
Elezioni Regionali Puglia. Nel panorama politico pugliese si apre una fase di forte dibattito e tensione istituzionale in vista delle elezioni regionali del 2025. Nonostante la data ufficiale non sia stata ancora fissata, il confronto tra le forze politiche si è già acceso attorno a una questione che va ben oltre il calendario elettorale: la cosiddetta “norma antisindaci”.
Si tratta di una disposizione regionale introdotta con la legge di bilancio 2024, che obbliga i sindaci in carica a dimettersi almeno 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura per potersi candidare al Consiglio regionale. Una norma che ha suscitato immediatamente critiche e reazioni a livello locale e nazionale, al punto da essere impugnata dal Governo e oggetto di ricorso da parte di alcuni amministratori locali, tra cui il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò.
In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, si apre così un confronto giuridico e politico dal forte impatto sul futuro della rappresentanza democratica nei territori.
Indice
- Quando si vota in Puglia
- Cosa prevede la norma antisindaci
- Chi ha impugnato la norma
- Il ricorso di Ciro D’Alò
- Cosa succede ora
La Puglia si prepara al voto, ma la legge regionale fa discutere
Le prossime elezioni regionali in Puglia si terranno nell’autunno del 2025. Anche se la data ufficiale non è ancora stata fissata, si parla con insistenza di un possibile election day a ottobre o novembre.
Ma a tenere banco non è solo il voto, quanto piuttosto una norma che ha già sollevato forti polemiche: la cosiddetta “norma antisindaci”, introdotta dalla Regione Puglia a dicembre 2024, e subito oggetto di ricorsi e impugnazioni, tra cui quella del Governo e quella personale di Ciro D’Alò.
Per approfondire la normativa nazionale consulta l’articolo 60 del TUEL. La Regione Puglia ha scelto di non opporsi al ricorso.
Intanto il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò, ha ufficializzato la candidatura alla Provincia.

Elezioni Regionali Puglia: Quando si vota in Puglia
Le elezioni si svolgeranno nell’autunno del 2025. La legislatura iniziata nel 2020 dura cinque anni. Il voto potrebbe essere accorpato ad altre regionali.
Cosa prevede la norma antisindaci
L’articolo 219 della legge regionale di bilancio 2024 impone ai sindaci di dimettersi almeno 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura per potersi candidare. La norma è stata contestata per il suo impatto sproporzionato sull’autonomia amministrativa.
Chi ha impugnato la norma
Il Governo italiano ha impugnato la norma il 28 febbraio 2025, giudicandola irragionevole e in contrasto con l’articolo 122 della Costituzione. Anche la Giunta regionale pugliese ha deciso di non difendere la legge davanti alla Consulta.
Il ricorso di Ciro D’Alò
Il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò, ha presentato un ricorso autonomo contro la norma. Sostiene che la legge limita il diritto all’elettorato passivo. La Corte Costituzionale esaminerà il ricorso nella seduta pubblica del 9 luglio 2025.
Cosa succede ora
La norma è ancora formalmente in vigore, ma sospesa in attesa della sentenza. Se sarà annullata, tornerà il limite previsto dal TUEL (dimissioni 30 giorni prima delle elezioni). Se confermata, i sindaci dovranno lasciare il loro incarico sei mesi prima.
Un passaggio delicato per la democrazia locale
Il caso rappresenta un banco di prova tra legislazione regionale e principi costituzionali. Il giudizio della Consulta sarà determinante per il futuro della legge elettorale pugliese e potrebbe fare scuola a livello nazionale.