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«Il limite a nuove discariche e ampliamenti esiste. E può essere regolato da una legge regio-nale. A determinare tale limite è il “fattore di pressione”, cioè lo strumento legislativo che impedisce l’apertura di discariche, e l’ampliamento o sopralzo di quelle esistenti, in zone già ambientalmente stressate.» lo dichiara la prof.ssa Antonia Ragusa, coordinatrice del comitato Vigiliamo per la discarica

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«Se la regione Calabria si è dotata di tale strumento lo scorso ottobre – prosegue la Ragusa, la regione Lombardia può già vedere i frutti positivi di tale norma e ha già prodotto giuri-sprudenza tale che ci si meraviglia come anche altre regioni e soprattutto la Puglia non ab-biano ancora seguito il suo esempio. Il fattore di pressione è il criterio escludente più importante per impedire la realizzazione di nuove discariche, ampliamenti o sopralzi, e limitare il quantitativo massimo di rifiuti confe-ribili in un sito già esistente in un determinato territorio.

La regione Lombardia non solo ha approvato nel 2014 una legge regionale che stabilisce i limiti di tale “fattore di pressione”, ma lo scorso ottobre ha ulteriormente modificato tali li-miti, abbassandoli, per la maggior tutela del territorio e dei cittadini. Determinante infatti è risultata la storica sentenza del Consiglio di Stato, Sez. IV n.5340 del 16 dicembre 2016, che accettando il ricorso della regione Lombardia, ribalta la decisione del Tar di Milano, che un anno prima aveva invece dato ragione alla società che chiedeva il sopralzo della sua discarica; domanda ora ritirata e sostituita con la richiesta di una nuova discarica. [http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_dicembre_17/consiglio-stato-stop-nuove-discariche-brescia-montichiari-calcinato-indice-pressione-3e0f7d2e-c42d-11e6-bdd5-b215bf22a380.shtml ]

Nella sentenza del Consiglio di Stato, in cui si dice che la prescrizione della regione Lom-bardia si lega alla norma costituzionale della tutela della salute (art. 117 comma 3 della Costituzione), viene anche stabilito inequivocabilmente che: “… la Regione che ha emanato una disposizione in punto di “fattore di pressione” non introduce una “soglia inferiore di tutela” ma, semmai, persegue “livelli di tutela più elevati”; e che “… l’eventuale esigenza di contemperare la liberalizzazione del commercio con quelle di una maggiore tutela della salute, del lavoro, dell’ambiente e dei beni culturali deve essere intesa in senso sistematico, complessivo e non frazionato” [http://www.lexambiente.it/materie/rifiuti/59-consiglio-di-stato59/12640-rifiuti-programma-regionale-di-gestione-dei-rifiuti-ed-individuazione-del-“fattore-di-pressione”.html (ndr)]

Cosa aspetta – chiede la prof.ssa Antonia Ragusa, coordinatrice del comitato Vigiliamo per la discarica – la Regione Puglia a dotarsi di un simile strumento legislativo? Fino a quando la Puglia resterà succube della mortifera logica del business dei rifiuti basata su nuove discariche, ampliamenti e sopralzi? Perché la legge regionale sulle emissioni odorigene, che obbligherebbe i gestori ad adeguare gli impianti alla più rigorosa normativa nazionale, è ferma da oltre un anno?

A metà legislatura – afferma infine la Ragusa, è ormai tempo che la gestione del presidente Emiliano passi dal commissariamento, che ha determinato la inarrestabile movimentazione dei rifiuti urbani da una parte all’altra della regione e ha fatto della provincia di Taranto la pattumiera di Puglia, alla chiusura del ciclo.

L’Assessore regionale all’ambiente Caracciolo e il Commissario Grandaliano (commissario ad acta dell’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti) quali iniziative in-tendono attuare ?»

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