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«Il grave incidente avvenuto giovedì scorso all’area Ima dell’Ilva, con il crollo del DM7 al quarto sporgente, reclama risposte sulle cause che l’hanno determinato.» Lo dichiara la segreteria della FIOM –CGIL ILVA, che in una nota afferma: «Rsu e Rls della Fiom Cgil sono stati impegnati sino a notte fonda dell’11 nell’accertamento dei fatti e nel corso dell’assemblea di stamane 15 dicembre, l’unica ad essersi svolta davvero, ha fatto proprie le sacrosante richieste dei lavoratori di poter lavorare in assoluta sicurezza.

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Il ricordo della morte di Francesco Zaccaria e l’alto rischio che Bufano e Pignatelli hanno corso nel crollo della gru, solo per parlare dell’area marittima, sono scolpiti nella pelle di tutti e non possono essere rimossi.

Il diritto alla vita – prosegue la nota della FIOM –CGIL ILVA – viene prima delle esigenze della produzione. I due fattori si possono coniugare solo se l’azienda fornisce risposte e misure tangibili a svolgere tutte le pratiche operative garantendo il massimo di sicurezza..

Il frastuono mediatico che nel fine settimana si è cercato di costruire, in totale malafede, a danno della Fiom per un presunto quanto inesistente defilarsi da una situazione così importante, si è infranto nel civile confronto di questa mattina nel corso dell’assemblea. Non si specula sulla salute delle persone, chi lo fa agisce da sciacallo alla ricerca di visibilità e facili consensi.

Rispetto all’incontro che si svolgerà nel pomeriggio, la Fiom valuterà le risposte dell’azienda e porterà sul tavolo le richieste dei lavoratori Ima, riservandosi ogni azione nelle sedi preposte.

A valle dell’incontro – conclude il comunicato della FIOM –CGIL ILVA – si tornerà dai Lavoratori Ima per valutare con loro le eventuali forme di protesta da continuare o se invece l’azienda avrà determinato le condizioni della normale ripresa dell’attività lavorativa

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