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Quanto costeranno la ripresa e la riscossa della nuova Leonardo-Finmeccanica ai territori e ai lavoratori pugliesi?”: è quanto si chiede la FISMIC Confsal di Taranto, sindacato autonomo dei metalmeccanici, “a proposito di decenni di gestione politica che hanno penalizzato le scelte industriali per consolidare la presenza di Finmeccanica nei mercati internazionali.

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Dopo aver analizzato la situazione dell’indotto, evidenziando il rischio occupazione sempre più evidente, la FISMIC – si legge in un comunicato sindacale –  torna a parlare di Finmeccanica / Leonardo e degli investimenti realizzati utilizzando denaro pubblico, per avviare un motore che garantisse un piano di rinascita, ma soprattutto di crescita e sviluppo nei territori, per potenziare l’intero comparto aeronautico pugliese. Ma tutto ciò è realmente accaduto?

Probabilmente gli investimenti a poco son serviti per sviluppare il core business aziendale e ampliare il bagaglio di commesse – spiega la Segreteria tarantina della FISMIC – mentre molto è stato fatto negli anni per migliorare l’immagine dell’azienda in Italia e nel mondo, dopo gli scandali.
Con l’avvento della nuova Finmeccanica-Leonardo, si sperava in una netta inversione di tendenza, un’illusione che trovava conforto nelle nuove strategie industriali e nel nuovo modello fondato su un preciso codice etico. Ma, per trovare soluzioni, Finmeccanica non può sottovalutare le dinamiche industriali specifiche di settore e le peculiarità dei vari territori.

In un territorio depredato come quello di Taranto, si assiste alla lenta morte delle realtà industriali più importanti, partendo da Sural e Marcegaglia prima, passando per il Porto di Taranto e l’Arsenale, fino all’Ilva e parte della Vestas e la preoccupazione concreta è che ne seguiranno altre. La denuncia dell’attuale situazione dello stabilimento Finmeccanica di Grottaglie vuole attirare l’attenzione dei soggetti politici a cui dovrebbe stare a cuore il futuro del nostro territorio, ma registra a malincuore un silenzio assenso da parte delle figure interessate.

Le soluzioni – ribadisce la Segreteria tarantina della FISMIC – sono da ricercare nelle procedure, nei processi, nell’ottimizzazione delle risorse e nel modello organizzativo industriale da adottare. “Noi crediamo – conclude la FISMIC – che ancora oggi sia fondamentale lottare per la dignità dei nostri lavoratori, anche per il contributo che forniscono alla ricchezza del Paese. Il cambiamento deve cavalcare soluzioni che riducano i costi e gli sprechi, efficientando il sistema produttivo e non distruggendo le speranze dei nostri territori pugliesi.

Per noi della FISMIC – conclude il comunicato sindacale – è necessario guardare agli errori del passato per colpire quelle lobby che ieri hanno sbagliato ma che ancora oggi sono presenti nel mondo Finmeccanica. Le responsabilità non devono ricadere sui lavoratori quando sono state le stesse scelte strategiche aziendali a minare la stabilità dell’intero processo industriale”.

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