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«La demagogia e la propaganda di Michele Emiliano, sull’Ilva, hanno superato il limite della decenza». Ad affermarlo è Francesca Franzoso, Vice coordinatore regionale Forza italia e candidata al Consiglio regionale.

«Il tentativo disperato di raccogliere voti in città – scrive la Franzoso – lo spinge evidentemente a dichiarazioni estemporanee e pericolose. Ma soprattutto le sue boutade elettoralistiche rendono bene l’idea di una sinistra pronta a qualsiasi inganno pur di conquistare il potere. Spieghi allora, Emiliano, improvvisato ambientalista, ai ventimila lavoratori dell’Ilva e del suo indotto come chiuderebbe la fabbrica. Lo spieghi alle loro famiglie. Salga su un palco e dica che toglierà lavoro a padri e figli della provincia di Taranto senza annunciare, al contempo, alcuna alternativa occupazionale. Senza ipotesi di riconversioni produttive dell’economia del territorio. Senza uno straccio di idea e di piano per la bonifiche. Spieghi, Emiliano, che vuole fare di Taranto la nuova Bagnoli: una cattedrale nel deserto vuota e ancora da bonificare. Emiliano politico, col suo stipendio da magistrato e un futuro da garantito, vuole togliere dignità e futuro a chi di lavoro ne ha soltanto uno e vuole tenerselo stretto. Quando, qualche giorno fa, ha incontrato in Assindustria gli imprenditori ionici ha condiviso con loro l’idea di chiudere Ilva? Lo ha spiegato agli imprenditori in ginocchio che, per decisione di Stato, hanno subito danni milionari? Emiliano si informi, almeno, prima di parlare. Il suo approccio ai temi dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio, al dramma sociale della questione Ilva, è spaventoso. Qualunquista e superficiale. Vuoto di contenuti e proposte. Perfettamente in linea con la politica del governo nazionale guidato dal suo stesso partito.

L’arroganza politica di Emiliano – conclude Francesca Franzoso – è pari solo alla sua smisurata ambizione personale. Ma le donne e gli uomini di Forza Italia, insieme ad Adriana Poli Bortone, non gli consentiranno di consumare la sua battaglia elettorale sulla testa dei tarantini».

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