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Il presidente Emiliano e la sua giunta mantengano “ferma la attuale offerta dei servizi sanitari nella provincia di Taranto” che potrà essere rivista e rimodulata “solo in presenza del nuovo plesso ospedaliero San Cataldo”.

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Non solo. Anche il piano di riordino approvato dall’esecutivo pugliese segua la stessa impostazione, “mantenendo servizi e reparti esistenti nei tre nosocomi del Poc”, il presidio ospedaliero centrale, fino alla costruzione del nuovo Hub di secondo livello.
Infine: “il dierettore dell’Asl, Stefano rossi, ritiri gli atti relativi all’emergenza estiva per la provincia ionica ( la chiusura del Pronto soccorso cardiologia al Moscati e del pronto soccorso e della ginecologia al San Marco) e provveda al mantenimento dei servizi esistenti fino all’entrata in funzione del nuovo ospedale di Taranto”.

E’ il contenuto della mozione presentata dai consiglieri regionali di Forza italia Francesca Franzoso e Nino Marmo. Con il documento i due esponenti forzisti vogliono impegnare il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano e il suo governo, a mantenere inalterata l’attuale offerta del sistema sanitario pubblico della provincia ionica, fino al San Cataldo.
Bocce ferme fino al nuovo presidio ospedaliero di secondo livello, insomma.

«Una richiesta – dichiarano Franzoso e Marmo – in linea con la legge regionale 14 del 2015 che prevede espressamente soltanto nella realizzazione del S. Cataldo, la sostituzione a regime dei complessi ospedalieri che fanno capo al SS annunziata, ossia del san Marco e del Moscati. Fino ad allora nemmeno un posto letto potrà essere disattivato, nemmeno in via transitoria e temporanea, perché ciò equivale a contrarre e svilire l’offerta di sanità pubblica sul territorio, già carente di personale e mezzi, rispetto ai reali bisogni di assistenza e cura».

La mozione è stata depositata in terza commissione, Sanità, del consiglio regionale .
«Qualsiasi iniziativa diversa dalla rimodulazione prevista post costruzione del San Cataldo, appoggiato da alcuni esponenti della maggioranza di Emiliano – concludono Franzoso e Marmo – sarà da intendersi come un atto di imperio consumato sulla pelle dei cittadini e di cui il presiedente e il centrosinistra si assumeranno le responsabilità politica e morale»

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