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Nato da un’idea dell’Unione europea nel lontano 2007, il programma “Frutta nelle scuole” ha avuto come obiettivo quello di aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini distribuendo prodotti ortofrutticoli e attuando tutta una serie di misure divulgative.

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Un progetto che ha coinvolto circa 870.000 alunni di tutte le Regioni, ogni anno, per un totale di circa 5.000 scuole interessate. I risultati, però, non sono sempre stati all’altezza dei nobili intenti del programma e il culmine è stato sicuramente raggiunto nel 2012, quando furono scoperti una serie di appalti truccati relativi a gare indette dal Ministero delle politiche agricole. Una operazione della Guardia di Finanza che portò in carcere 11 persone tra dirigenti del dicastero e delle aziende private. A mantenere alta la guardia, al fine di garantire i doverosi standard, è il Movimento 5 Stelle con una interrogazione a cui ha risposto il sottosegretario Alessandra Pesce.

La frutta utilizzata nelle scuole proviene da produzioni certificate di qualità con marchi IGP, BIO, Global G.A.P., di categoria prima o extra – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – Il Mipaaft ci ha confermato che si tratta di frutta controllata e analizzata a campione in laboratori accreditati, con caratteristiche superiori a quelle indicate dai Regolamenti europei e che rispetta la stagionalità, cosa importante anche per l’educazione alimentare dei più piccoli a cui questo programma è rivolto.

Il sottosegretario Pesce – prosegue L’Abbate – si è anche impegnata a individuare le misure necessarie per ottenere una maggiore qualità dei prodotti distribuiti agli studenti, valorizzando al massimo quelli nazionali e per quanto possibile quelli regionali. E già nei prossimi bandi si farà maggiore attenzione al grado di maturazione che la frutta deve avere alla consegna per allungare la data di scadenza dei prodotti. La via tracciata dal governo è quella giusta e va anche incontro alla nostra proposta di una maggiore integrazione della campagna con le attività formative sul tema dell’educazione alimentare.

Il Ministero si è inoltre reso disponibile a ricevere le segnalazioni delle scuole per qualunque anomalia dovessero riscontrare sui prodotti consegnati, anche tramite invio via web della documentazione fotografica”.

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