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Un giro di prostituzione nei centri benessere e massaggi gestito da una presunta associazione criminale composta da italiani e cinesi, tra cui anche un docente universitario: è la scoperta fatta nel corso di indagini durate almeno due anni

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In tutto sono indagate 15 persone. Le accuse sono di aver costituito una presunta associazione per delinquere composta dal almeno quattro articolazioni operative nelle città di Brindisi, Lecce, Gallipoli e Taranto, finalizzata al favoreggiamento, all’ induzione e allo sfruttamento della prostituzione di ragazze di nazionalità cinese poste “in vendita” in diversi centri massaggi e abitazioni private. A quanto accertato dagli investigatori, le donne venivano costrette con violenza a prostituirsi e in caso di rifiuto venivano minacciate. In un caso è stato accertato che alla donna era stata anche paventata l’uccisione di parenti in Cina. Il volume d’affari stimato dagli investigatori è di circa 150mila euro al mese. L’operazione è stata chiamata ‘Peonia rossa’ dal nome di uno dei centri massaggi localizzati dai poliziotti.

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