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Sono stati ufficialmente restituiti alla comunità i due defibrillatori (DAE) precedentemente vandalizzati e rubati, grazie all’impegno dell’associazione Medici per San Ciro di Grottaglie. Un gesto concreto di civiltà e responsabilità collettiva che restituisce alla cittadinanza due strumenti salvavita di fondamentale importanza.

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Il primo defibrillatore, originariamente collocato in Piazza Principe di Piemonte e danneggiato mesi fa da ignoti, è stato ricollocato presso l’attività commerciale Vantage, che ha prontamente messo a disposizione un’area sorvegliata all’interno della piazza. Il secondo, sottratto dal Largo dell’Accoglienza nel cuore del Quartiere delle Ceramiche, è stato ora reinstallato presso la struttura Casa Vestita, in via Crispi, sempre nello storico quartiere grottagliese.

Ai proprietari di Casa Vestita e ai titolari di Vantage va tutta la nostra riconoscenza – ha dichiarato il presidente dell’associazione, dott. Salvatore Lentiper aver risposto al nostro appello offrendo spontaneamente e gratuitamente spazi privati dotati di sistemi di videosorveglianza, rendendosi così parte attiva nella tutela dei dispositivi DAE”.

L’iniziativa si è rivelata più efficace di qualsiasi intervento da parte dell’amministrazione comunale, che – come sottolinea Lenti – “è rimasta silente e inerte di fronte ai ripetuti episodi di vandalismo”.

Il presidente ha inoltre rivolto un appello alla cittadinanza affinché cresca la consapevolezza sull’importanza di questi strumenti e sul ruolo che ognuno può svolgere nella loro salvaguardia. “Il defibrillatore può salvare una vita. La nostra associazione continuerà ad operare per promuovere la prevenzione delle patologie cardiovascolari, la formazione e l’informazione su come agire tempestivamente in caso di arresto cardiaco”.

Nel prossimo futuro, l’associazione provvederà anche alla ricollocazione degli altri DAE vandalizzati, seguendo lo stesso criterio: solo in aree sorvegliate e protette. Un messaggio chiaro, che intende rilanciare la fiducia nella partecipazione attiva della comunità.

Credere in un mondo migliore non è un reato. Credere ancora nella coscienza collettiva non è un’illusione: è la base da cui partire per costruire un futuro migliore per i nostri figli” – ha concluso Lenti – “e questo è possibile solo grazie alla volontà costante e congiunta di tutti”.

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