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Il XVII° secolo è per Grottaglie un secolo di luci ed ombre, destino condiviso con gran parte del Meridione d’Italia, funestato dalle dominazioni straniere.

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Angherie e violenze erano all’ordine del giorno, ed alle prepotenze di soldati stranieri e signorotti locali si aggiungevano tasse e balzelli, che impoverivano ulteriormente una popolazione sempre più disperata.

Violenze e ribellioni a Grottaglie

Facile immaginare che una simile condizione fosse terreno fertile per accendere gli animi più intolleranti e portare alla esasperazione anche la persona più mite, causando a ribellioni ed atti inconsulti. 

Nel 1647 anche a Grottaglie scoppiò una piccola rivoluzione, contro queste insopportabili condizioni, ma la furia popolare fu placata – quasi miracolosamente – da suor Rosana Battista, che si affacciò da una finestra del chiostro delle clarisse brandendo un crocifisso per invitare gli esagitati popolani ad abbandonare la violenza ed a ristabilire la pace e la concordia. Un invito accolto subito e da tutti, riportando la pace in città.

Vi furono in questo periodo molti episodi di sopraffazione; piccole e più gravi angherie che – in una sorta di stillicidio – mettevano a dura prova la pazienza e la resistenza di una popolazione sempre più allo stremo. Tra i diversi signorotti che vessarono i grottagliesi, vi furono i Cicinelli, esponenti di un casato che diverrà tristemente noto ed ancora ricordato a Grottaglie per il suo arrogante governo della giustizia e della amministrazione.

Un tempo di geni e intellettuali a Grottaglie

Quasi a compensare tanta violenza, il Seicento fu anche un secolo in cui a Grottaglie si accesero intelletti geniali che non ebbero pari: Giuseppe e Domenico Battista; Francesco Antonio Caraglio; Antonio D’Alessandro, conosciuto come Serafino delle Grottaglie; Antonio Marinaro, Giambattista Coccioli e Giacomo Pignatelli, solo per citarne alcuni.

Di loro si ricorda l’opera e l’ingegno, che in molti casi brillarono ben oltre i confini della terra natia ed ancora oggi sono lustro ed orgoglio dei concittadini che hanno la curiosità di scoprire la vita e le opere di coloro a cui sono intitolate alcune vie del centro storico.

Chiudiamo questo articolo, non senza ricordare il grottagliese che forse più di tutti ha illuminato con la sua vita e le sue opere la città delle ceramiche e delle uve; quel San Francesco de Geronimo che – come vedremo più avanti – ebbe tra i tanti meriti, quello di portare a Grottaglie la devozione nei confronti di San Ciro di Alessandria.

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