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La chiesa della Madonna del Lume è uno dei tanti gioielli custoditi nello scrigno antico del centro storico di Grottaglie.

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Tanto semplice e modesta all’esterno con una facciata incompleta caratterizzata da un finestrone a polpo rovesciato che richiama quello della Congrega del Purgatorio e abbellita dalle due nicchie in cui sono ospitate le statue a mezzo busto di San Gaetano e San Andrea Avellino.

Uno scrigno barocco

L’apparenza spesso inganna, e la chiesa della Madonna del Lume sembra confermare questo modo di dire, perché alla semplice e quasi anonima facciata esterna fa da contraltare un interno riccamente decorato, con fregi e colori che travolgono e affascinano.

Sull’alare maggiore centrale, una tela ad olio rappresentante la Madonna del Lume, dipinta da Nicolus Coviello, artista autore delle decorazioni interne, realizzate tra il1720 ed il 1740.

Sui sei altari laterali – tre a sinistra e tre a destra – altrettante tele ad olio, ciascuna con la sua particolarità e bellezza. Tra queste, il dipinto che rappresenta San Filippo Neri che tiene per mano il piccolo San Francesco de Geronimo, che proprio nella chiesa della Madonna del Lume mosse i suoi primi passi verso la santità, accompagnato dai chierici di San Gaetano, la cui congregazione era ospitata all’interno della chiesa stessa.

La Desolata, protagonista del Venerdì di Passione

All’interno della chiesa della Madonna del Lume, tra le tante opere d’arte che testimoniano la fede e la devozione dei fedeli, è custodita la venerata immagine della Vergine desolata, dono della famiglia Sanarica, che viene portata in processione per le vie del centro storico nel Venerdì di Passione, segnando l’inizio della Settimana Santa grottagliese.

La Desolata è accompagnata in processione dai devoti e dalle consorelle e confratelli della Santissimo Nome di Gesù, legati alla storia della chiesa dal 1939, quando la chiesa venne donata da Cosimo Santopietro, allora priore della stessa confraternita, dopo che questi la aveva acquistata l’anno prima dalle ultime eredi della famiglia che ne era proprietaria.

Secoli di storia e di fede

Un tempo intitolata a San Mattia apostolo, a cui era devota la famiglia Antoglietta – Bucci proprietaria dei locali dove la chiesa aveva sede, la chiesa ha cambiato poi intitolazione ed ha subito non poche traversie, tra le quali una demolizione e successiva riedificazione nel 1755 da parte di Don Giovanni Battista Monaco, che suscitò tra i fedeli reazioni contrastanti di approvazione e critica.

Come detto, nel Venerdì di Passione questa chiesa diventa il centro pulsante della fede grottagliese, ma non è questo l’unico momento in cui questi ambienti accolgono le preghiere dei devoti. Il giorno di carnevale ed il giorno della commemorazione dei defunti all’interno della chiesa viene celebrata la Santa Messa in suffragio delle consorelle e dei confratelli defunti, mentre il venerdì ed il sabato precedenti la quinta domenica di Quaresima, all’interno della chiesa viene invece compiuta la venerazione della Vergine Desolata, con la contemplazione dei sette dolori di Maria.

Oggi come ieri quindi, la chiesa rimane a testimoniare la fede che da secoli anima i grottagliesi e la bellezza che questa devozione continua ad originare, condivisa con le tante altre comunità che si ritrovano nella devozione verso la della Madonna del Lume, condivisa con numerose altre comunità in Italia e all’estero.

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