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Non c’è due senza tre”, nessun proverbio potrebbe raccontare meglio di altri questo nuovo libro che racconta la vita e le azioni di uno dei fondatori del G.I.S. il Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri che costituisce oggi una delle eccellenze italiane ammirate in tutto il mondo.

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Dopo “Cuore di Rondine” e “Io vivo nell’ombra”, arriva in libreria “Missioni segrete” (Editore Longanesi, 2018, 240 pagine) in cui sono raccontate con dovizia di particolari alcune delle azioni che hanno visto protagonisti in Italia e all’estero gli uomini del G.I.S. negli oltre quaranta anni di vita del reparto.
Lo stile è quello del racconto in prima persona, scorrevole e romanzato quel tanto che basta, con una serie di dettagli tecnici relativi ad armamento ed equipaggiamento che – come nei due libri precedenti – faranno la felicità degli appassionati del genere. Chi ha già letto i primi due libri troverà in “Missioni segrete” alcuni episodi già citati, ma che in questo vengono arricchiti da ulteriori particolari e di fatto completano in un trittico che descrive la vita di un uomo che pirandellianamente potremmo dire essere uno, nessuno e quattrocento, tanti quanti sono stati – dalla sua fondazione ad oggi – gli operatori che hanno avuto l’onore e l’onere di indossare il mephisto e la tuta con il gladio alato che identifica il reparto.

Come detto, il racconto procede in prima persona, lontano dal machismo supereroico di certa narrativa americana e dal mieloso “volemose bbene” italico. Dietro il cappuccio che protegge la suo identità, l’operatore del G.I.S. è prima di tutto un uomo, con i suoi limiti, i suoi ideali e le sue paure, e non credo sia un caso che il Comandante Alpha, uno dei “soci fondatori” del reparto, nelle prime pagine racconta come ha imparato a dominare le proprie istintive paure, per quali ideali combatte un soldato in tempi di pace ed in guerre non dichiarate e come affidarsi ai compagni di squadra, grazie ai quali si trova la forza per affrontare il pericolo di una missione, il dolore fisico e morale che comporta, i sacrifici che ciascuno affronta e fa affrontare ai suoi familiari, in una vita senza orari, vacanze e riposo.
Dal Nord Africa ai Balcani, dall’Afghanistan all’Iraq, il G.I.S. c’è stato anche quando non si vedeva, ha agito anche quando nessuno ne ha dato notizia, ha rischiato senza fanfare, celebrazioni e riconoscimenti ufficiali, sempre pronto a tornare nell’ombra una volta terminata la missione. Un reparto composto da uomini comuni che compiono imprese straordinarie, forgiati da un addestramento costante che richiede loro “più sudore e meno sangue” per essere in grado di raggiungere l’obbiettivo previsto in azioni di pochi secondi, spesso condotte senza sparare neppure un colpo di arma da fuoco, fedeli alla visione di Romano Marchisio, Fabrizio Monacci, Gabriele Sensales e Raffaele Petrachi, gli ufficiali dei Carabinieri che diedero vita al Reparto in un momento di grave crisi sociale e politica non solo italiana ma mondiale.

Nelle pagine di “Missioni segrete” il Comandante Alpha ci fa comprendere come e perché gli uomini del G.I.S. siano oggi ammirati ed apprezzati in tutto il mondo per la loro professionalità sempre unita ad una profonda umanità, operatori forgiati da un addestramento durissimo e costante che li rende capaci di muoversi all’unisono in qualunque ambiente senza però diventare mai automi insensibili, carabinieri che “arrestano ma non uccidono” sfuggendo alla facile tentazione di trasformarsi in giustizieri, soldati in grado di usare qualsiasi arma ma profondamente convinti che le parole hanno più potere delle armi.

Ad un lettore cinico e disincantato il Comandante Alpha potrebbe sembrare il testimonial perfetto per dare una luce positiva alle azioni di uomini spesso ignorati e non di rado contestati per le loro azioni, ancora oggi troppi cortei sono scanditi da slogan che auspicano altre “dieci cento, mille Nassirya” e di certo in Italia le divise non sempre sono viste di buon occhio, salvo quando diventano eroi – purtroppo spesso solo per pochi giorni – dopo essersi macchiate del proprio sangue nell’adempimento del dovere. Certamente gli Stati Maggiori avranno concesso il loro placet più o meno ufficiale perché certi episodi venissero svelati, ma altrettanto certamente esistono azioni di marketing più rapide ed efficaci per fare breccia nel gradimento popolare; “Missioni segrete” è un libro coinvolgente che racconta una straordinaria esperienza umana e professionale senza fronzoli letterari ma con una profonda partecipazione emotiva.

Rischiamo la vita. Stiamo lontani da casa per mesi. Delle nostre missioni non possiamo parlare con nessuno: nemmeno con i nostri cari. per le azioni segrete non ci sono medaglie e, se ci sono, ci vengono date di nascosto. Perché lo facciamo? perché il giorno in cui abbiamo deciso di arruolarci abbiamo scelto di servire e proteggere lo stato.

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