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Domani, venerdì 16 novembre 2018, il senatore Matteo Richetti candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, sarà a Grottaglie per un incontro con i suoi simpatizzanti. L’appuntamento, organizzato dal Pd di Grottaglie e dal comitato “Diversamente Grottaglie”, nato per sostenere la candidatura di Richetti, è alle ore 16:00 in via Amendola n°3, angolo viale Di Vittorio.

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Matteo Richetti, nato a Sassuolo (in provincia di Modena) nel 1974, è stato consigliere regionale dell’Emilia Romagna dal 2005 al 2012. Nel 2013 diventa parlamentare del Pd, per essere poi eletto senatore nell’attuale XVIII legislatura della Repubblica.

Qualche mese fa ha cominciato a girare l’Italia per entrare direttamente in contatto con i cittadini, organizzando in tutta la penisola i suoi “Harambee!”.

In Kenya, quando un autobus si impantana lungo una delle strade in terra battuta dei numerosi villaggi, l’autista solitamente fa scendere tutti per spingere al ritmo di “Harambee!”. Un incitamento che corrisponde al nostro “Oh issa!”. È per questo che la parola d’ordine per chi sostiene Matteo Richetti è proprio “Harambee!”. Una metafora che diventa un invito concreto a crederci e a non tirarsi mai indietro rivolto a tutti, in particolare ai giovani.

Oggi è più facile scappare che entrare nel Partito Democratico. Il partito della società civile si è trasformato nel partito delle polemiche interne. L’idea di Richetti e di coloro che lo sostengono è quella di tornare ad essere aperti, uniti e forti, per dare una speranza al Paese.

“Quando devono scrivere delle primarie del Pd – ha dichiarato ieri Richetti per smentire le notizie del ritiro della sua candidatura – si dimenticano scientificamente di raccontare di noi. E quando parlano di noi dicono che siamo prossimi al ritiro della candidatura. “Richetti pensa al ritiro”, scrivono stamattina. E dire che bastava una telefonata per avere una risposta. Si vede che è meglio costruire una realtà piuttosto che raccontarla. Perché la realtà è chiara: sono settimane che mi offrono di tutto. E quando non offrono, minacciano. Offrono posti e visibilità, minacciano verbali tra gli iscritti nei quali “non arrivi al 5%”.

“Pensano – ha scritto – che dovrei accomodarmi perché se non arrivi tra i primi 3 alle convenzioni (dove votano i soli tesserati) non accedi alle primarie (dove possono votare tutti). Non hanno capito che quando dico #diversamente, io dico sul serio. Alle primarie ci arrivo con il sostegno degli iscritti al Pd. Stanno facendo male i conti. È finito il tempo di chi si affida al capobastone di turno. Non cederò mai alla logica che ho deciso di combattere proprio candidandomi. Posso perdere tutto, anche il congresso, ma non la mia dignità e la mia concezione di politica. Ora se qualcuno vuole un titolo, lo può prendere:“Andiamo avanti fino in fondo, per cambiare questo partito e l’Italia”

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