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«A giudicare dalla parole di Gnudi in audizione alla Camera, la sopravvivenza dell’Ilva di Taranto è seriamente a rischio. Dopo mesi e svariati decreti, il bilancio su ciò che è stato fatto sull’Ilva è estremamente negativo: non esiste un piano industriale, il risanamento ambientale non è ancora cominciato, la maggior parte degli impianti è sotto sequestro, i soldi sono finiti e sono a rischio gli stipendi di gennaio.» Lo affermano la deputata tarantina di Sel Donatella Duranti e l’on. Francesco Ferrara, commissione attività produttive, al termine dell’audizione del Commissario straordinario del governo Gnudi nelle commissioni riunite ambiente e attività produttive.

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«A questo – proseguono i due parlamentari di SEL – si aggiunga che buona parte del patrimonio dei Riva è bloccato in Svizzera e l’Eni minaccia di sospendere la fornitura di gas con un evidente e irreparabile danno alla produzione.

Il governo e il premier Renzi vadano oltre i soliti annunci e si avvii immediatamente il processo di nazionalizzazione dell’Ilva – continuano Duranti e Ferrara.

Lo Stato è l’unico soggetto che può garantire che l’Ilva di Taranto non chiuda e che il risanamento ambientale si faccia per davvero. La città di Taranto, i tarantini e le tarantine, e i lavoratori dello stabilimento non possono aspettare oltre».

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