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«Lo diciamo da sempre, ma ormai è chiaro a tutti: l’Ilva sarà venduta al peggior offerente: chi licenzia di più si aggiudicherà il mostro? Le rassicurazioni sugli esuberi da parte dei commissari non bastano di certo.» Lo dice la capodelegazione del MoVimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, commentando i piani aziendali delle due cordate che dovrebbero rilevare l’Ilva di Taranto.

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«La soluzione per evitare cassa integrazione e mobilità c’è – afferma l’europarlamentare tarantina: bisogno chiudere lo stabilimento e ricollocare i lavoratori con le bonifiche e la riconversione produttiva del territorio. Taranto deve dire NO a questa ultima beffa. L’Ilva non garantisce né lavoro, né futuro, ma solo inquinamento e morte. Adesso basta. Entrambi i piani prevedeno pesanti tagli al personale.

Dicono che sia irreale pensare a un futuro di Taranto senza l’Ilva – continua D’Amato – Io dico che è irreale il contrario. Con esperti e cittadini, abbiamo avanzato una proposta che garantisce reddito e lavoro grazie a un programma serio di riconversione produttiva del territorio e all’utilizzo de fondi europei.
Questo programma prevede:
– Mobilità lunga finalizzata al prepensionamento con un accordo, come avvenuto nel 1994 che stabilisca costi, modi, tempi e beneficiari
– Incentivi alla fuoriuscita volontaria (da quantificarsi e a carico dello Stato) e accesso al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per offrire un sostegno ai lavoratori “in esubero in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, nei casi in cui tali esuberi abbiano un notevole impatto negativo sull’economia regionale o locale”
– Assistenza personalizzata nella ricerca di un lavoro
– Formazione e orientamento professionale, di miglioramento delle competenze e di riqualificazione
– Indennità / incentivi finanziari di sostegno fino a quando i lavoratori sono effettivamente rientrati nel mondo del lavoro
– Promozione dell’imprenditorialità / creazione di imprese e incentivi una tantum all’occupazione/assunzione
– Elaborare per Taranto un accordo tra tutte le parti sociali e il Governo che preveda la tutela della salute di operai e cittadini e la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti diretti e indotto attraverso l’elaborazione e l’attuazione di progetti di pubblica utilità e di bonifica con nuova formazione di tutti i lavoratori
– Il futuro del territorio passa da un grande piano di riconversione industriale che possa stimolare uno sviluppo sostenibile legato alle vocazioni territoriali, con la creazione di posti di lavoro stabili e di qualità
– Il M5S propone di utilizzare i fondi pubblici per le bonifiche e per il piano di riconversione industriale di Taranto, piuttosto che tenere in piedi una fabbrica insanabile
– I capisaldi della riconversione sono: ricerca, innovazione, energie rinnovabili, turismo sostenibile, archeologia industriale, reddito, tutela ambientale, salute
– Questi settori possono dare un rilancio al territorio ed una prospettiva di occupazione e stabilità economica
– L’unica vera scommessa che il nostro territorio DEVE vincere, salvaguardando lavoro e salute, sarà la chiusura programmata di tutte le fonti inquinanti, bonifica, formazione e reimpiego degli operai che garantirebbe lavoro per i prossimi decenni, sviluppando inoltre, manodopera altamente specializzata
– Cessione aree a canone zero ad attività nelle energie rinnovabili obbligando al reinvestimento di parte degli utili nelle attività di bonifica
– Reimpiego e formazione degli attuali dipendenti ILVA nelle operazioni di demolizione e bonifica
– Puntare sull’economia “circolare”, come il potenziamento della filiera del riuso dei rifiuti

Si tratta di proposte serie e concrete – conclude D’Amato – Chiudere il mostro e garantire un futuro di sviluppo sano e sostenibile per Taranto è possibile. Occorrono volontà politica e capacità amministrative: elementi che l’attuale classe dirigente della città e del Paese non hanno».

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