Pubblicità in concessione a Google

“Adesso non ci sono più alibi, bisogna parlare di Piano Ambientale e quindi di tutela della salute dei cittadini di Taranto” lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commentando il via libera dell’Antitrust UE all’acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal.

Pubblicità in concessione a Google

“Per parlare del Piano Ambientale non si puó continuare a tenere fuori dal tavolo Ilva la Regione Puglia nel vano tentativo di isolarla. La Regione Puglia – dice Emiliano – non si farà ricattare e non cederà alle pressioni indebite. Non rinunceremo mai al ricorso contro il Dpcm senza avere concordato con i tarantini e con tutte le parti politiche e sindacali ogni dettaglio del contratto. E soprattutto difenderemo con tutte le nostre forze la salute dei tarantini e i posti di lavoro”, continua Emiliano.

“Il prossimo 20 giugno – aggiunge Emiliano – la Regione Puglia lancerà a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo, la consultazione pubblica dei cittadini di Taranto e dei pugliesi, nelle forme previste dalla legge, per definire un piano strategico di intervento e sviluppo del territorio, a partire dall’area di Stabilimento fino ad arrivare al cuore della città. L’intento è quello di unire la conoscenza e la ricerca tesa alla produzione di acciai ‘intelligenti’, di qualità, e non processi produttivi massivi (basati su grandi quantità) come gli attuali, la tutela del lavoro previa riqualificazione del personale attraverso piani formativi specifici atti a fornire le competenze nel campo delle bonifiche ambientali, l’utilizzo di tecnologie ibride qualificate basate sul principo della minimizzazione delle emissioni ‘zero emission’.
Il Piano sarà composto da due proposte, la prima basata sulla ipotesi di rimeditazione da parte del nuovo Governo nazionale dei 13 decreti legislativi intercorsi fin oggi, la seconda sul generale ripensamento dell’attività produttiva, come precedentemente detto, comunque sempre nel rispetto delle norme ambientali”.

Pubblicità in concessione a Google