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«La vertenza Ilva di Taranto non può essere in alcun modo paragonata a quella degli altri siti e stabilimenti del Gruppo.» Lo afferma il consigliere regionale Renato Perrini.

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« Questo – rimarca l’esponente ionico di Direzione Italia – non fosse altro per i numeri che tale vertenza esprime. Numeri che riguardano i lavoratori diretti con anni di cassaintegrazione e solidarietà alle spalle; numeri che riguardano i lavoratori dell’indotto che vivono con apprensione costante l’evolversi della vicenda perché le ditte dove sono assunti avanzano milioni di euro dall’attuale gestione Ilva; numeri che riguardano l’emergenza ambientale passata e presente, con le sue percentuali pesantissime sui casi di patologie tumorali legate all’inquinamento. Quindi convocare un tavolo attorno al quale si siedono le figure istituzionali di ogni realtà italiana del Gruppo mi pare l’ennesima presa in giro, o volendo usare un gergo calcistico vuol dire mandare la “palla in fallo”.

L’incontro del 16 novembre, il Tavolo istituzionale Ilva convocato a Roma, non servirà quindi a sciogliere i nodi cruciali in merito alla drammatica situazione sanitaria e occupazionale del territorio tarantino, ma a ben vedere sarà solo l’ennesima riunione impacchettata per “far vedere” che esiste un impegno da parte del Governo, un interessamento sempre e solo formale e mai nei contenuti e nella sostanza.

Per Taranto serve un tavolo – conclude Perrini, e oggi più che mai se ne sente l’urgenza, al quale vengano invitate tutte le realtà joniche che a vario titolo chiedono di essere coinvolte in una partita che riguarda il futuro dello stabilimento tarantino, la città, i suoi lavoratori e i suoi abitanti

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