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In previsione della scadenza dei contratti di solidarietà, prevista per marzo prossimo, Ilva ha informato i sindacati di voler dichiarare il esubero temporaneo 4.984 dipendenti.

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L’azienda ha confermato ai sindacati la necessità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, ricorrendo a “fermate parziali, o anche totali, di tutti gli impianti a valle e a monte del ciclo produttivo a caldo di Taranto, con inevitabile riduzione del fabbisogno di risorse umane“.

Per l’Ilva, a pesare sulla scelta è il “protrarsi della crisi economico-finanziaria internazionale, che ha prodotto un progressivo deterioramento del mercato di riferimento in Europa“. Alla situazione critica dal punto di vista economico si è unita anche “una complessa vicenda amministrativa, legislativa e giudiziaria che ha interessato l’unità produttiva di Taranto” che ha comportato per l’azienda l’avvio di “un piano di adeguamento alle prescrizioni Aia che ha comportato la progressiva ‘fermata’ o la riduzione degli impianti che insistono sull’area a caldo” e – di conseguenza – “il progressivo attestarsi di produzione e commercializzazione su volumi insufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dalla gestione d’impresa, comprendenti gli ingenti costi di adeguamento alle prescrizioni Aia, ha progressivamente aggravato la situazione di illiquidità, che ha determinato l’inevitabilità della richiesta di accesso alla procedura di amministrazione delle grandi imprese in crisi, cui l’impresa risulta oggi assoggettata“.

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