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Concordo con l’On. Vico sulla necessità di garantire i lavoratori dell’indotto.” Lo dichiara Francesca Franzoso, consigliere regionale di Forza Italia.

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Allo stesso tempo, però – rimarca la Franzoso, gli chiedo di impegnare lo stesso Ministero dello Sviluppo ad un atto immediato e concreto nei confronti delle ditte dell’appalto: riconoscere, in sede di Legge Finanziaria, un credito di imposta sulle fatture non riscosse dalle aziende dell’indotto nei confronti dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva. Si tratta di un debito maturato dalla gestione commissariale verso le imprese del territorio che complessivamente ammonta a centocinquanta milioni di euro. Soldi sottratti dai commissari di Stato alle imprese per cui lo Stato, per mezzo dell’Erario, non può vedersi riconosciuto il pagamento dell’iva.

I crediti vantati dalle imprese dell’indotto derivano in gran parte da lavori per la realizzazione di misure ambientali. Un’Aia,che è stata realizzata, in sostanza, a spese delle imprese dell’appalto. Le aziende dell’indotto – spiega Franzoso – hanno tenuto duro fino ad oggi garantendo, nonostante le perdite imputabili alla gestione commissariale, reddito e lavoro. Garanzie salariali mantenute, nonostante l’assenza di una rete di ammortizzatori sociali solida come per i lavoratori diretti. 

Ecco perché suggerisco all’On.Vico e ai parlamentari di Taranto – incalza il consigliere regionale – di lavorare non solo sulle garanzie dell’indotto e sulle ripercussioni occupazionali con il passaggio di Ilva ad Arcelor Mittal, ma anche sul sostegno concreto alle aziende, roccaforti del lavoro.

E ciò è in parte possibile ristorando l’iva su somme mai incassate e quasi certamente perse

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