Un grande evento dedicato al lavoro, in contemporanea nei 28 paesi dell’Unione Europea più Islanda e Norvegia, circa 150.000 persone coinvolte tra convegni, fiere del lavoro, seminari, workshop, recruitment day e molto altro allo scopo di promuovere l’incontro tra servizi pubblici per l’impiego e datori di lavoro. Il programma è articolato lungo dodici giorni, da lunedì 4 a venerdì 15 aprile: ogni Stato lancerà eventi e attività legati alle esigenze specifiche del proprio mercato del lavoro.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, seguendo le indicazioni del PES Board (Public Employment Services, la Rete europea dei Servizi Pubblici per l’Impiego), ha organizzato l’Employers’ Day italiano giovedì 7 aprile 2016.
“La Puglia non poteva che essere protagonista di una iniziativa così importante, con un programma ricco di iniziative – ha detto Sebastiano Leo, assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia – Durante la giornata di domani, da Manfredonia a Casarano, da Martina Franca ad Ostuni, da Andria a Foggia, i Centri per l’Impiego pugliesi hanno organizzato una serie di workshop, convegni ed iniziative con l’obiettivo di ulteriormente definire il fabbisogno professionale delle imprese pugliesi, di favorire l’incrocio domanda/offerta di lavoro, con approfondimenti sulla normativa vigente e sulle opportunità e gli incentivi europei, nazionali e regionali a sostegno dell’occupazione”.
“L’Italian Employers’ Day, che avrà luogo domani giovedì 7 aprile, capita a pochi giorni dall’approvazione della Delibera di Giunta con cui abbiamo adottato lo schema di convenzione tra Ministero del Lavoro e Regione per disciplinare il periodo transitorio per la attuazione della riforma dei Servizi per il Lavoro e delle politiche attive, garantendo la continuità di funzionamento dei centri per l’impiego e del personale in essi impiegato. L’occasione è lieta per ringraziare i CPI di Puglia ed i loro operatori, capaci di garantire qualità e quantità del servizio, nonostante la dotazione di personale, di competenze e di infrastrutture, in Italia, non raggiunga neppure un decimo degli altri paesi europei”.
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