Pubblicità in concessione a Google

«Se avete figli adolescenti sapete che dovete essere sempre al passo con loro, con il loro mondo e le sue dinamiche. E mettere in campo anche tutta l’esperienza acquisita per captare quei segnali di disagio e di sofferenza tenuti nascosti a volte fino a che non è troppo tardi.
»  E’ l’invito che la Polizia di Stato rivolge ai genitori tramite la propria bacheca social.

Pubblicità in concessione a Google

«Partiamo proprio da qui – prosegue l’avviso della Polizia, dalle conseguenze di un ricatto online ad una 16enne di Rimini, fatto da un 35enne che si era finto coetaneo. La ragazzina si è vista sempre di più con le spalle al muro ma non ha avuto il coraggio di raccontare ai genitori quello che le stava accadendo e alla fine ha cercato di tagliarsi i polsi nel bagno di casa sua. Per fortuna l’intervento della madre ha scongiurato il peggio e da quel momento è partita anche la denuncia alla Polizia con la ricostruzione di tutta la vicenda. 
Il 35enne, padre di famiglia tra l’altro, ha agganciato la 16enne tramite dei profili social falsi su Facebook e Instagram fingendosi anche lui un adolescente.

Da quei messaggi in chat e le confidenze, passare a scambiarsi foto è stato un attimo. Purtroppo la ragazza inviava foto di sé stessa anche in atteggiamenti provocanti mentre lui ricambiava con foto prese in Rete, rubate a chissà chi, che lo ritraevano come un ragazzo palestrato e con la moto.
Da lì la richiesta di lui di avere sempre più foto osé fino a passare al ricatto di raccontare tutto ai suoi genitori quando la ragazza si è rifiutata di mandarne altre ancora più spinte. 
Il peso per la ragazza si è fatto schiacciante fino a decidere di prendere un coltello e tagliarsi i polsi. Alla fine con l’aiuto dei genitori e dei poliziotti della questura e della Postale è stato possibile risalire al 35enne brianzolo ed esperto informatico. La ragazza non aveva sospettato la falsa identità.


Un consiglio, raccontate questa storia ai vostri ragazzi, siano essi figli, nipoti, figli di amici perché devono capire bene che la voglia di apparire può attirare anche chi ha brutte intenzioni e che le cose “filtrate” dallo schermo di un computer appaiono più belle di quello che poi sono nella realtà. Su Internet è facile indossare una maschera e fingere di essere quello che non si è e lo sanno bene anche tante persone grandi di età ma poco esperte di questo particolare mondo.»

Pubblicità in concessione a Google