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«Sandro Pertini é stato e rimane il presidente della Repubblica più amato dagli italiani e stimato in tutto il mondo: un galantuomo coraggioso e senza macchia alcuna. La sua figura e i suoi insegnamenti sono stati dimenticati dalle istituzioni e dalla politica, ma non da noi della UILS, che vogliamo ricordare come uomo e come politico e i suoi valori di liberta’ e di giustizia sociale.» Lo dichiara in una nota Antonino Gasparo, presidente della UILS (Unione Imprenditori e Lavoratori Socialisti).

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La sua semplicità di vita e di comportamento – prosegue Gasparo, la sua genuina onestà intellettuale, lo rese universalmente popolare. Lo scopo della sua vita si fondava sulla difesa dei diritti dell’uomo, sulla giustizia sociale e sul bisogno di stare sempre al fianco dei lavoratori per difendere i loro diritti sia nei momenti favorevoli sia in quelli profondamente oscuri come quelli attuali. L’amore che nutriva per la sua fede politica di socialista e il rispetto che manifestava per le istituzioni repubblicane, che aveva contribuito a costruire, lo rendevano orgoglioso di essere Italiano e coincideva con lo scopo della sua vita, vissuta al servizio della nazione, dei lavoratori, dei concittadini e dei ceti sociali più bisognosi.
Sandro Pertini
Pertini, con il suo tangibile esempio di onestà morale, si è sempre posto al fianco della classe lavoratrice. Nel primo discorso che sostenne da presidente della Repubblica, davanti al Parlamento riunito in seduta comune, rivolgendosi ai deputati, ai senatori e ai rappresentanti delle istituzioni disse: “Farò quanto mi è possibile per non deludervi, affinché l’unità nazionale, di cui la mia elezione è stata espressione da parte di un’estesa maggioranza, possa consolidarsi e rafforzarsi, nell’interesse collettivo. Non dimentichiamo che se il Paese è riuscito a risalire la china dall’abisso in cui fu trascinato dal fascismo in una folle guerra, questo si deve soprattutto all’intesa che ha saputo trovare nell’unità nazionale, allora rappresentata da tutte le forze politiche e democratiche”. E aggiunse: “Se Aldo Moro non fosse stato barbaramente assassinato, da questo seggio, vi parlerebbe lui e non io”. Continuando nel discorso, aggiunse con voce vibrante e determinata, disse: “La Repubblica deve essere irremovibile con i poteri forti e tollerante con i ceti sociali più deboli”. Allo stato a nostro avviso risulta l’opposto.

Pertini -continua il presidente della UILS – è stato il primo presidente della Repubblica a considerare il Quirinale il suo ufficio istituzionale dove svolgere le sole funzioni di rappresentanza e di presidente del popolo italiano . E rinuncio a vivere nei lussuosi appartamenti del Quirinale, mantenendo la sua residenza a piaza di Trevi, dove ha sempre vissuto.
La sua figura di uomo semplice rassicurava i cittadini ad avere fiducia in se stessi e nelle istituzioni per superare le difficoltà che potevano penalizzare tutti e in particolare i lavoratori quali soggetti più deboli della società.
Pertini, secondo la UILS, nelle attuali circostanze avrebbe, senza perdere un istante, individuato il politico più affidabile per dargli il compito di portare l’Italia fuori dal disastro economico, dandogli consigli e linee guida da seguire, frutto delle sue molteplici esperienze, acquisite nella sua travagliata vita politica. Il governo Renzi e il suo partito, a nostro avviso, si sono dimostrati incapaci di gestire la difficile situazione in cui oggi si trova il Paese, incidendo in modo negativo sul futuro dell’Italia. Ora non sara facile ristabilire un equilibrio di stabilita’ e di sicureza economica. Al contrario, potremmo incamminarci su una strada che potrebbe portare al fallimento il nostro sistema di stabilita’, anche in considerazione dell-enorme debito pubblico che grava sulla collettivita’ e che oggi ammonta a circa 2.200 miliardi di euro rispetto agli 850 del 1992, governo Andreotti.

Se vogliamo risalire e risollevare il Paese – conclude Gasparo, dovremo compiere un’attenta riflessione sulla politica che adotto il governo Craxi che riuscì a portare l’Italia fuori dalla crisi economica di quel periodo, riuscendo a ridurre l’inflazione dal 16% al 4% e attestare al secondo posto il potere di acquisto dei lavoratori, subito dopo il Giappone, e al quinto tra i paesi più industrializzati del mondo. L’Italia, durante il periodo del suo Governo, godeva di rilevante prestigio internazionale ed era considerata punto di riferimento per tutti gli stati europei. Per tutti questi successi, ci viene da pensare che se oggi Craxi fosse in vita e avesse il compito di guidare il governo, a nostro parere, il successo non mancherebbe e i cittadini avrebbero un futuro sicuramente migliore.

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