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Nel buio della crisi c’è una luce: l’agricoltura tarantina cresce. Tanto da essere divenuto il miglior settore economico, per crescita del valore aggiunto (+18,9%), non solo a Taranto ma addirittura in Puglia.

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I numeri diffusi recentemente dalla Camera di Commercio di Taranto, contenuti nel Rapporto Taranto 2015, disegnano un’economia che soffre e arretra un po’ dappertutto, con un’unica eccezione. Luca Lazzàro, componente di Giunta settore Agricoltura della Camera di Commercio di Taranto, può legittimamente essere soddisfatto: «L’agroalimentare – spiega – rappresenta davvero un solitario avamposto di crescita nello scenario difficile, complesso e complicato in cui la crisi generale e l’emergenza tutta tarantina che lega acciaio e ambiente hanno relegato la nostra realtà.
Scorrendo i dati del Rapporto, infatti, salta agli occhi un contrasto evidente: “La provincia di Taranto è risultata nel 2014 la peggiore area in Italia per andamento del valore aggiunto”. Parallelamente, nel 2013, il settore primario tarantino ha contribuito alla formazione del valore aggiunto provinciale con 565,2 milioni di euro, segnando una variazione positiva del +18,9% rispetto al 2012, crescita superiore sia alla media regionale (+17,8%) che a quella nazionale (+5,6%). Il contributo del comparto agroalimentare all’occupazione provinciale – si legge nel rapporto – risulta maggiore rispetto a quanto osservato in Puglia ed in Italia: nel Tarantino, infatti, il comparto agroalimentare assorbe il 16% del totale degli addetti, 1,5 punti percentuali in più di quanto riscontrato a livello regionale e 8,2 punti percentuali in più di quanto rilevato in Italia.

In pratica – sottolinea Lazzàro – la nostra agricoltura, zootecnia compresa, produce ricchezza e occupazione e lo fa in controtendenza rispetto al contesto economico di generale depressione che la circonda. Non mancano  argomenti su cui approfondire la riflessione. Il settore dell’export, ad esempio, rappresenta un punctum dolens che va analizzato e rilanciato in modo sistematico”. I dati altalenanti delle esportazioni, con un importante incremento nel 2012 (+19,8%), compensato da successivi cali del 19,7% e del 3,5% rispettivamente nel 2013 e nel 2014, obbligano gli addetti ai lavori a moltiplicare gli sforzi. In questa specifica direzione ma soprattutto per i dati di crescita generali e per le potenzialità ancora da esplorare, il mondo agricolo chiede ed esige centralità nel ragionamento economico dell’intero territorio. Siamo una piacevole anomalia nel panorama tarantino, tuttavia la capacità dinamica del nostro settore ha bisogno – e a questo punto anche il diritto – di partecipare alla “rinascita” di Taranto, di tutta la Taranto che produce e lavora. Stiamo parlando, a fine 2014, di 11.355 aziende agricole, che “pesano” per il 27,7% del totale (a fronte del 15,9% del dato Italia). Del resto, come recita il rapporto Taranto 2015, l’agricoltura ionica, proprio per la sua marcata anticiclicità, può essere la chiave per ripensare il modello di sviluppo.

Infatti, i dati statistici – conclude il componente della Giunta camerale – certificano che il settore agroalimentare è già pienamente impegnato a voltare pagina, un’esperienza che non può essere ignorata senza commettere un peccato di miopia»

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