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Negli ultimi anni il mondo dell’arte ha vissuto una vera e propria rivoluzione che in molti arrivano a paragonare ad un nuovo Rinascimento nella cultura contemporanea. La rivoluzione è ovviamente quella digitale, che ha completamente trasformato non solo il modo di produrre arte, ma anche quello di condividerla e pubblicizzarla, nonché gli aspetti economici legati alla vendita e agli investimenti in arte.

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Quando nasce l’arte digitale

La cosiddetta digital art potrebbe sembrare un fenomeno degli ultimi anni, ma si potrebbe rimanere sorpresi dal fatto che in realtà le sue origini affondano almeno alla metà del 20esimo secolo. Tra le figure di spicco nell’arte digitale del ‘900 ci sono Manfred Mohr e Vera Molnár, che vengono considerati dei veri e propri pionieri in questo mondo. 

I lavori di Mohr iniziarono a comprendere l’utilizzo del computer fin dal 1969 in quella che veniva chiamata “arte algoritmica”. Le opere erano basate sul ritmo e sulla ripetizione ed erano interamente calcolate e disegnate da un calcolatore. 

La recentemente scomparsa Vera Molnár, dopo aver sperimentato l’arte non rappresentativa, iniziò a realizzare immagini combinatorie a partire dalla fine degli anni ’50 e alla fine del decennio successivo incominciò ad utilizzare il computer per creare delle opere algoritmiche. Nello stesso periodo contribuì a fondare diversi gruppi di ricerca artistici e apprese alcuni dei primi linguaggi di programmazione come Fortran e Basic. 

Gli sviluppi software e hardware

A partire dagli anni ’90 Internet è diventato via via più accessibile e l’arte digitale ha visto degli importanti avanzamenti, insieme ai progressi dei calcolatori. I personal computer iniziano a diffondersi e quindi produrre arte digitale diventa più semplice e alla portata di tutti. 

L’introduzione di software come Procreate e Corel Painter e della Suite Adobe, in particolare di software come Illustrator e After Effects, rappresentano una pietra miliare nella storia della digital art, contribuendo alla definizione della pittura digitale come disciplina a sé stante. Una nuova generazione di artisti è emersa utilizzando questi nuovi strumenti digitali, che negli anni si sono evoluti con numerose nuove funzionalità.

Anche l’introduzione del tablet ha avuto un effetto positivo sull’arte digitale, dal momento che ha introdotto la cosiddetta arte “touch-screen”. Si tratta di un nuovo modo di utilizzare l’arte digitale che in qualche modo rappresenta l’anello di congiunzione tra i metodi tradizionali e quelli nuovi.

La realtà virtuale nell’arte

Una delle applicazioni di maggior successo della VR, Virtual Reality, è proprio quella nel mondo dell’arte. Non solo quella della realtà virtuale è diventata una nuova forma di espressione per numerosi artisti, ma questa tecnologia è oggi presente in molti musei. Oggi il visore VR è uno strumento per rendere ancora più immersiva l’esperienza della visita al museo o all’esposizione artistica. 

Ma l’arte virtuale ha rivoluzionato anche l’accesso all’arte fuori dai musei. Google ha avviato un progetto per ricreare in realtà virtuale le sale di alcuni dei più importanti musei del mondo e diverse gallerie e musei hanno sviluppato dei software per avere accesso in modo virtuale alle opere. Il tutto senza spostarsi da casa o addirittura attraverso il proprio smartphone con delle specifiche app.

Parallelamente alla realtà virtuale, nell’arte digitale ha iniziato a diffondersi anche la Augmented Reality che offre nuove opportunità di interazione e apprendimento. La realtà aumentata trasforma la visita in un’esperienza multisensoriale, dal momento che viene arricchita la percezione delle opere d’arte con l’aggiunta di dettagli, descrizioni, informazioni aggiuntive, audio e contenuti interattivi.

L’impatto dell’arte digitale sulle forme tradizionali di arte 

La digitalizzazione ha avuto un’influenza rivoluzionaria anche sulle arti tradizionali, come ad esempio la musica, la fotografia, la cinematografia e perfino le più moderne forme di intrattenimento come le serie TV e i videogiochi. 

Il passaggio dalle fotocamere analogiche a quelle digitali è stato epocale ed ha portato con sé inedite possibilità. Basti pensare alle avanzate tecniche di postproduzione o alla facilità con cui possibile stampare o condividere un file digitale rispetto ai rullini. Lo stesso discorso vale anche per il formato video, che oggi è migliorato tantissimo non solo in qualità ma anche in possibilità di elaborazione. La musica è stata altrettanto trasformata dalla digitalizzazione, tanto che oggi la produzione digitale è una parte fondamentale nella creazione di un nuovo brano. 

Anche un settore apparentemente lontano dall’arte come quello dei videogiochi ha visto questa trasformazione. Per il livello di storytelling e di tematizzazione grafica i titoli più famosi possono essere considerati delle opere d’arte, che non hanno nulla da invidiare alla cinematografia. Possiamo certamente includere anche il gioco online, che è sempre all’avanguardia nell’implementare delle soluzioni tecnologicamente avanzate, come dimostrano le offerte delle migliori piattaforme online di gioco d’azzardo.

L’effetto dei social media sull’arte

Da non sottovalutare è anche l’impatto delle reti sociali che si sono diffuse negli ultimi decenni. Attraverso l’utilizzo di Facebook, Instagram, TikTok, Youtube molti artisti riescono a promuovere il loro lavoro direttamente, senza parlare dalle gallerie d’arte, e a creare un legame diretto con il loro pubblico. È davvero una possibilità incredibile che era impensabile fino a pochi anni fa. 

Una rivoluzione culturale

Per concludere, la digitalizzazione ha completamente trasformato il mondo dell’arte a 360 gradi: dal modo con cui le diverse forme d’arte vengono prodotte, a come vengono pubblicate, pubblicizzate e, con l’avvento degli NFT (Non-fungible token), perfino acquistate. Questo ha avvicinato molte persone all’arte e per questo si può parlare di un vero e proprio rinascimento digitale.

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