Parlamento-Europeo
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«Ad attivare la Commissione Europea è stato il Comitato Legamjonici che aveva denunciato il diniego da parte della Asl di Taranto all’accesso alle informazioni riguardanti i dati di contaminazione da diossina e PCB di campioni di mitili antecedenti il 2008.» Riassume così l’accaduto un comunicato della stessa associazione ionica.

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«Tali dati – si legge ancora nel comunicato – erano stati richiesti nell’ambito di un’inchiesta che la Commissione aveva avviato su sollecitazione di Legamjonici, che aveva segnalato il superamento dei valori di PCB e diossine, tra luglio 2011 e giugno 2012, nei mitili del primo seno del Mar Piccolo. Il diniego era stato motivato da parte della Asl con l’impossibilità di fornire le informazioni richieste per la presenza di ‘dati sensibili’. Legamjonici in occasione dell’incontro svoltosi a Bruxelles il 27 gennaio 2015, per la discussione del progetto ‘Tempa Rossa’, ha così informato la Commissione Europea, rilevando una possibile violazione della Convenzione di Aarhus da parte dello Stato Italiano.
La Convenzione di Aarhus, recepita dall’UE, sul diritto all’informazione ambientale, prevede all’art.4:
‘6. Ciascuna Parte provvede affinché, nei casi in cui le informazioni sottratte all’obbligo di divulgazione in forza del paragrafo 3, lettera c) e del paragrafo 4 possano essere stralciate senza comprometterne la riservatezza, le autorità pubbliche rendano disponibili le rimanenti informazioni richieste. 7.(…) La notifica deve precisare i motivi del diniego e fornire informazioni sull’accesso alle procedure di ricorso di cui all’articolo 9. Il diniego deve essere comunicato quanto prima e comunque entro il termine di un mese, a meno che la complessità delle informazioni non giustifichi una proroga, che in ogni caso non può essere superiore a due mesi a decorrere dalla richiesta.’
Legamjonici aveva osservato che sebbene il diniego fosse stato notificato per iscritto, la notifica non ne dettagliava i motivi, non forniva informazioni sull’accesso alle procedure di ricorso e non forniva i dati con l’omissione di informazioni non divulgabili. Questo ha impedito alla richiedente –Daniela Spera- di poter agevolmente, e nei tempi indicati dalla legge, presentare ricorso interno nella sede opportuna, anche perché il diniego è stato comunicato con estremo ritardo (oltre 3 mesi senza alcun avviso di proroga).

La Commissione europea – prosegue il comunicato di Legamjonici, inserendo il contenzioso in uno specifico caso EU Pilot, ha chiesto all’Asl di Taranto, tramite la Struttura di Missione per le Procedure d’Infrazione presso la Presidenza dei Ministri, Dipartimento Politiche Europee, di fornire i dati richiesti per non incorrere in una procedura d’infrazione. L’Eu Pilot infatti é un meccanismo di risoluzione dei problemi e di scambio di informazioni tra la Commissione e gli Stati membri che si sviluppa nella fase antecedente l’apertura formale della procedura di infrazione. In seguito all’intervento della Commissione Europea, la Asl di Taranto ha fornito i dati richiesti.

Il comitato Legamjonici – conclude il comunicato – accoglie con soddisfazione il risultato ottenuto ma vigilerà affinché tutte le informazioni sui livelli di contaminazione del Mar Piccolo e del Mar Grande, per diversi inquinanti, siano rese immediatamente disponibili. E’ evidente che in Italia per poter esercitare un diritto è necessario rivolgersi alle autorità europee e da questo momento in poi Taranto è nel mirino della Commissione Europea anche in merito al rispetto del diritto all’informazione. »

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