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In considerazione dei meriti conseguiti nel corso delle loro carriere artistiche, il Consiglio dei Ministri ha conferito a Daniele DEL GIUDICE, scrittore, Giuseppe FERRARA, regista cinematografico, e Pierluigi CAPPELLO, poeta, l’assegno straordinario vitalizio che la legge n. 440 del 1985 (cosiddetta “legge Bacchelli”) prevede per cittadini italiani di chiara fama che si siano distinti nelle scienze, nelle arti, nelle lettere, nell’economia e nel lavoro, in campi filantropici, sociali, umanitari e che versino oggi in stato di particolare necessità.

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I criteri che presiedono alla scelta, stabiliti per decreto e periodicamente verificati, sono alla base dell’individuazione dei destinatari, tra quelli che ne facciano domanda, operata dalla Commissione consultiva istituita a questo scopo presso la Presidenza del Consiglio e composta da Emilia Chiancone, Tullio De Mauro e Gian Arturo Ferrari.

La legge 8 agosto 1985, n. 440 (meglio nota come Legge Bacchelli dal nome del suo ispiratore, lo scrittore italiano Riccardo Bacchelli), è una legge della Repubblica Italiana, promulgata durante il Governo Craxi IParadossalmente però lo stesso scrittore non fece in tempo a usufruirne materialmente perché morì nell’ottobre del 1985, due mesi dopo l’approvazione della legge: infatti il provvedimento venne approvato nell’agosto dello stesso anno, quindi in tempi non utili al sostentamento dello scrittore.

La norma ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità, i quali possono così usufruire di contributi vitalizi utili al loro sostentamento.

Il testo della legge prevede che, con proprio decreto e su conforme deliberazione del Consiglio dei Ministri, sia il capo del governo, previa comunicazione al Parlamento, ad assegnare tale sostegno straordinario. Requisiti per accedere all’aiuto sono la cittadinanza italiana, l’assenza di condanne penali irrevocabili, la chiara fama e meriti acquisiti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, del lavoro, dello sport e nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte, oltre a versare in stato di particolare necessità.

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