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Meravigliosa patria di cultura e storia, però l’italiano non lo capisco”. Lo scrive Ciro Petrarulo, coordinatore dell’associazione UTÒPIA di Grottaglie. “Nella sua storia recente ha lottato per unirsi: in seguito a un periodo di sottomissione austriaca e borbonica (nonché dei vari granducati e stato pontificio) raggiunge l’unità d’Italia; successivamente un periodo di crisi, nell’intento di unificare la nazione, l’Italia combatte una guerra come la prima guerra mondiale; ma dopo averla vinta ritorna la crisi che porta al tanto inneggiato nelle piazze “periodo fascista”; quindi combattiamo la più stupida a mio parere delle guerre, che la devastano e diventiamo tutti antifascisti.

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Dopo un periodo di apparente tranquillità, e sottolineo apparente per non soffermarmi sui vari decenni (porterebbe via troppo tempo confermando la peculiarità che cerco di evidenziare), arriva il periodo di mani pulite degli anni che hanno portato alla ribalta la cattiva abitudine alla corruzione.

Chi era cresciuto con pratiche poco chiare nel mondo imprenditoriale di quegli anni viene osannato da una buona parte del paese tanto da governare per molti anni e avere ancora suoi estimatori. Questo perché noi siamo dei malinconici e molti rimangono aggrappati al passato (vedi i monarchici, i fascisti e i borbonici ancora presenti).

Eravamo un popolo di europeisti, – scrive ancora Petrarulo – ora invece rimpiangiamo la lira. Ora tutti sono diventati “renziani” o “grillini”, i nuovi salvatori della patria. Nel frattempo non si rinnega solo il fascismo, ma anche le lotte per una Italia unita. Nel mentre la Chiesa nomina un grande papa, quale è Papa Francesco Bergoglio, si ritorna all’improvviso tutti cattolici e assidui nel frequentare le parrocchie.

C’è qualcosa che non mi quadra. In altri paesi non accade tutto ciò, o almeno nei paese o nazioni che vengono definite avanzate.

Questo paese – prosegue Petrarulo – sarà mai capace di valorizzare il suo territorio, tutelarlo e che sappia guardare verso il futuro in modo chiaro e con un progetto che veda le varie forze del paese unite nel suo raggiungimento?! O dovremo seguire sempre dei messia che vivono dei limiti degli altri?!

I cittadini devono impadronirsi del loro destino e devono farlo non solo urlando frasi di protesta che hanno sicuramente una solida base di ragione, ma capendo quanto noi stessi e i nostri padri hanno fatto fino ad ora per avere ciò che abbiamo. Quindi – conclude Petrarulo – scegliersi e promuovere i migliori che possano rappresentarci.
Cosa che per briciole di pane e false promesse non abbiamo fatto ancora.”

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