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Osservo le parole volare come le foglie. Le foglie volano ma lasciano sempre un profumo di distacco.
Si vive di distacchi.
Forse di lontananze.
Abbiamo bisogno del ricordo per riappacificare le nostre emozioni.
Ferite strappate lacerate.
Chi è sceso nel dolore più profondo può catturare ogni dettaglio.
Non comprendere.
La comprensione è l’inutile dire.

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Io da anni vivo tra le sabbie camminate dallo sciamano e le parole, come foglie, del monaco che cerca nella sabbia del deserto l’ascolto degli orizzonti.
Ho amato. Sono stato amato.
Ho perduto amori. Ho lasciato che gli amori mi perdessero.
Mi sono perso e ho perso.
Mi sono ritrovato ed ho trovato.
Ma non ho mai tradito anche se il tradimento è lungo le mie strade…
Io ho difeso Giuda e difendo Giuda perché non ha tradito. È stato tradito.
Non difenderò mai Pietro perché si può anche tradire ma mai rinnegare.
La differenza tra i due è importante.
Giuda o Pietro?
Ho dedicato libro su questi volti e su queste maschere.
Giuda è stato tradito per tradire. Pietro ha rinnegato. Ma non voglio ripetermi perché nella mia pietra d’Oriente c’è la mia esistenza che traduce pensieri.

Ora sono altrove.
Mio padre mi ha insegnato che bisogna anche far finta di ascoltare e restare creativi nel proprio silenzio.
Mia madre mi ha insegnato sempre a guardare negli occhi chi dice di esserti amico.
Ho messo insieme i due codici ed ho capito che le ali delle aquile conoscono la verità.
Le aquile.
Seguo il monaco che ha la luce del Tibet.
Lo sciamano mi propone di non giudicare mai e vivere il distacco.

Lo sciamano così mi ha detto:
“Ho troppo avuto. Ho avuto abbastanza. Per questo oggi ho poco. Il giusto per non essere abbastanza. Ma il mio viaggio è tra la foresta e gli spazi liberi. Perché la foresta e la libertà vivono nella mia anima. Ognuno di noi dovrebbe fermarsi in un angolo di tempo e rubare al tempo tanti silenzi. E riflettere. Il viaggio non è semplicemente camminare”.

Custodisco questo suo dire e l’ho inciso nel tatuaggio del mio cuore.
Un giorno una donna incontrata in Cappadocia mi ha regalato una pietra e mi ha sussurrato:
“Bisogna saper raccogliere le memorie distratte nel silenzio di una stella e camminare per tutti i mari e i deserti che abitano la vacanza della nostra anima. L’amore è anche in questa distrazione”.
Poi è sparita.
Mi sono trovato con la pietra tra le mani e una pioggia di terra sul mio capo.
So che bisogna trovare sempre una propria dimensione ma portando nello sguardo la sincerità. Non ha importanza se gli altri hanno la coerenza della fedeltà. L’importante è che io resti dentro questa coerenza.

Si ritroveranno lo sciamano e il monaco. Non so dove.
So che si ritroveranno ed io racconterò il silenzio dei loro sguardi e la voce del loro sorriso.
Più volte mi hanno parlato.
Nelle notti.
Nelle linee del dolore.
Nel cerchio magico dei ritorni.

Il monaco venne a trovarmi in un’ora tra l’alba precipitata in mare e il mare che cercava di nasconderla per dirmi:
“Viviamo un viaggio di emozioni ferite. La voce non ha urli o saette. Ha il fruscio di un volo d’aquila. La vibrazione di un silenzio. Accogli ciò che senti e mai ciò che vedi negli altri. Ascolta ciò che il vento ti porta e mai ciò che è oltre il vento. Il tramonto sarà una nuova Alba”.

Ancora un linguaggio tra simboli.
Come grani di un rosario.
Ho vissuto la danza del fuoco. Ho pregato regalando nel segno del “namastè” la mia attrazione.
Non so se mi cercherà la donna incontrata in Cappadocia.
Ha senso?
So che vedrò lo Sciamano, il Monaco e Gesù tra le braccia della Maddalena.
Poi potrei anche impazzire sulle foglie che il vento trasporta tra i luoghi dell’assenza e le sconfitte che lasciano ferite.
Mio padre nell’ultimo istante, quando il fiammifero sulle sue labbra non si è spento, ha chiamato: “… Maria…”.
Mia madre Maria se ne è andata come una farfalla nel vuoto di un’assenza.

Incontro spesso lo sciamano e il monaco.
Lo sciamano mi sveglia.
Il monaco mi saluta di notte.
Nella mia casa di paese, dove il tempo non corre più, dialogo con i fantasmi che sono la mia luce, le mie ombre, il mio sempre.
Il tempo è lì che invecchia.
Ed è lì, sotto l’antica palma, che si incontreranno lo Sciamano e il Monaco e la Maddalena con Gesù.
Le loro voci avranno l’eco del deserto.
Una donna venuta dal mare, con gli occhi di luna, ascolterà.

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