Peperoncino
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Coloriamo il nostro orto sul balcone con il Peperoncino, una pianta che ci da un frutto utile in cucina e allo stesso tempo molto ornamentale e anche… portafortuna! E’ una pianta originaria dell’America centrale e meridionale; oggi è coltivato un po’ dovunque ci sia clima mite, si adatta molto facilmente ai vari terreni esposti al sole: in campagna, ma anche in giardini, terrazzi e balconi cittadini.

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Si semina da fine febbraio a metà marzo. I fusti sono eretti, molto ramificati, di colore verde brillante; le foglie sono medio-grandi, ovali, lucide, cerose; in primavera produce piccoli fiori bianchi, a cui seguono frutti. Il frutto, ovvero il peperoncino, è una bacca che può avere colore rosso, verde o giallo e che ha dimensioni e forma diverse in base alla varietà : ha forma bislunga e conica “a sigaretta”, con l’apice appuntito e a volte ricurvo, oppure tondeggiante, a ciliegia. Le piantine di peperoncino preferiscono posizioni molto luminose e soleggiate per svilupparsi al meglio, vanno riparate con l’arrivo dei freddi, poichè non sopportano il gelo.

Da marzo a settembre annaffiare sporadicamente ma con quantità abbondanti d’acqua, per favorire uno sviluppo ottimale delle radici e conseguentemente di fiori e frutti. In questo periodo dell’anno cerchiamo di annaffiare abbastanza frequentemente, ma evitando di eccedere; ricordiamo di lasciare che il terreno rimanga abbastanza asciutto negli intervalli tra un’annaffiatura e l’altra; preferisce terreni ricchi, fertili, sciolti, molto ben drenati, teme i ristagni idrici.

I peperoncini, si raccolgono in agosto-settembre. I frutti si consumano freschi, cotti o essiccati; hanno sapore aromatico e più o meno piccante a seconda della varietà. Si conservano freschi nella parte più bassa del frigorifero in contenitori col coperchio, avvolti nella pellicola o in sacchetti di plastica, per una settimana circa; si possono conservare anche essiccandoli e appendendoli infilati sotto forma di coroncine, all’ombra, dopodichè a seconda delle preferenze, si possono macinare. Possono essere conservati anche surgelati, sott’olio o sott’aceto.

Il peperoncino piccante era usato come alimento, fin da tempi antichissimi,. E’ proprio per il caratteristico sapore piccante che i peperoncini vengono utilizzati nell’alimentazione; nel corso dei secoli sono state introdotte numerosissime varietà di peperoncino, in moltissime cucine il peperoncino trova posto in moltissimi piatti. Il più semplice e comune è l’utilizzo del frutto fresco, tagliato in pezzettini, da aggiungere ai piatti.

Il principio attivo che causa la piccantezza del peperoncino è un alcaloide, chiamato capsacina, presente in quantità differenti nei diversi peperoncini; in dosi minime attiva la circolazione sanguigna, in dosi massicce può provocare ustioni, è quindi bene utilizzare il peperoncino con qualche cautela: pochi frutti non danno alcun problema, ma la preparazione di grandi quantità di peperoncini va effettuata con guanti o altre barriere, per evitare di venire in contatto con dosi eccessive di capsaicina. Lavare le mani prima di metterle in contatto con occhi e bocca. Il peperoncino viene quindi utilizzato fresco, ma molto spesso viene anche conservato tramite essiccazione, quindi viene utilizzato spezzettato o polverizzato; ha anche effetti antibatterici sui cibi.

In cucina, il peperoncino, può essere utilizzato sia crudo che essiccato in polvere per insaporire salse, sughi, ma anche carni, formaggi e salumi. È diventato uno dei principali condimenti della cucina mediterranea ed, infatti, è molto utilizzato nelle regioni del sud che ne hanno fatto la base per i prodotti tipici regionali. La capsaicina conferisce, oltre all’aroma bruciante, la facilità di digestione. Il peperoncino contiene una notevole quantità di vitamine e sali minerali, favorisce i processi digestivi e la secrezione gastrica, stimola la vitalità dei tessuti e attiva il circolo venoso e capillare.

Essendo vasodilatatore e anticolesterolo, previene le malattie cardiovascolari. Ha fama di avere azione afrodisiaca e fu anche soggetto a pregiudizi morali; i Puritani ed altre confessioni lo vietarono considerandolo eccitante e capace di risvegliare i sensi con poteri addirittura diabolici. Ecco perché ancora oggi, in molti nostri dialetti meridionali, il peperoncino piccante viene chiamato diavolicchio.. Il peperoncino viene anche adoperato per uso esterno, per esempio, per ottenere medicamenti che curano i geloni, i reumatismi e le nevralgie.

È anche un simbolo portafortuna, in particolare per la sua forma molto simile a quella di un corno e poi per le sue caratteristiche positive: questo “cornetto rosso” è energia, brio, gioia, amore piccante. risveglia l’ottimismo, tutela la salute, rallegra le pupille gustative, ravviva la buona tavola.

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