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Marco Loiodice, originario di Grottaglie , è Area Manager di COOPI per il Medio Oriente. Dopo una carriera nel campo dei sistemi informatici, nel 2012 lascia il suo lavoro per trasferirsi in una favela brasiliana, documentando la sua esperienza nel blog “Finestra sulla favela” ; da lì ha inizio il suo percorso nel mondo del non profit, che lo porterà nel 2015 a iniziare il suo lavoro presso COOPI – Cooperazione Internazionale.

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COOPI è un’organizzazione umanitaria italiana, laica e indipendente, fondata a Milano da padre Vincenzo Barbieri nel 1965. Agisce per assistere le popolazioni in casi di emergenza (catastrofi e conflitti) e per favorire il loro sviluppo civile, economico e sociale. Interviene in Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi, con progetti che integrano diversi settori: sicurezza alimentare e nutrizionale, acqua e igiene, salute, protezione ed educazione in emergenza.
Relativamente a quest’ultimo settore le due crisi in cui COOPI è particolarmente attiva sono la Regione del Lago Ciad e il Medio Oriente. Adottando un approccio regionale, COOPI lavora nei 4 Paesi colpiti dagli attacchi del gruppo estremista Boko Haram (Nigeria, Niger, Ciad e Camerun) ed interviene nei Paesi interessati dall’emergenza umanitaria dovuta alla guerra in Siria (Siria, Iraq, Libano e Giordania). Nei suoi progetti, COOPI coniuga elementi di istruzione formale e informale con aspetti di protezione, assicurando i diritti di base ad ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza.

Oltre 6,4 milioni di bambini al mondo sono rifugiati e sfollati, costretti a spostarsi all’interno del proprio Paese oppure oltreconfine a causa di guerre e altre emergenze. Più della metà, cioè 3 milioni e mezzo di bambini tra i 5 e i 17 anni, lo scorso anno non ha potuto frequentare la scuola (dati UNHCR).
Le situazioni di crisi, infatti, hanno un effetto distruttivo sull’accesso all’educazione: molte scuole chiudono, le famiglie sfollate non riescono a sostenere le spese per l’istruzione, gli spostamenti obbligati allontanano i minori dalla scuola, aumentando il pericolo di coinvolgimento in gruppi armati e nella criminalità organizzata. Le bambine, in particolare, hanno una probabilità più che doppia rispetto ai coetanei maschi di uscire dal percorso educativo sin dalla primissima età, con forti rischi di cadere vittime di violenza sessuale e matrimoni precoci forzati.

Per garantire a minori rifugiati e sfollati l’accesso all’istruzione anche in contesti di conflitti e violenze, COOPI – Cooperazione Internazionale realizza interventi di educazione in emergenza, in particolare in Niger, dove migliaia di persone hanno trovato rifugio dalla violenza del gruppo terroristico di Boko Haram, e in Iraq, dove la guerra prosegue dal 2013.
Per continuare a farlo, COOPI lancia la campagna “Aiuta un guerriero”, alla quale è possibile contribuire fino al 28 gennaio con sms e chiamate al numero solidale 45541.
I piccoli guerrieri sostenuti da COOPI sono quei bambini che ogni giorno in questi paesi sfidano minacce e pericoli per compiere quello che in altre parti del mondo è normale e scontato, come andare a scuola ed avere un’educazione.
Guerrieri come Yasmeen, 9 anni, volto e simbolo della campagna, che è fuggita dalla Siria e non ha mai potuto frequentare una scuola formale. Oggi vive in un centro commerciale abbandonato con la sua famiglia e altri centinaia di bambini e da alcuni mesi grazie a COOPI frequenta una scuola temporanea.

Sono migliaia i bambini che vivono la stessa drammatica situazione di Yasmeen. In Iraq, dove si stima che i profughi in movimento entro i confini siano circa 3,1 milioni, ai quali si aggiungono 239.000 rifugiati siriani, la presenza di ordigni inesplosi rende difficile spostarsi per andare a scuola. In Niger invece, nel 2016 ben 151 scuole situate lungo la frontiera con la Nigeria sono state chiuse. Si stima che nella regione di Diffa 32 bambini su 100 non vadano a scuola e solo il 35% degli alunni completi il percorso educativo.

Con i fondi raccolti COOPI garantirà quindi accesso all’istruzione a 3.000 bambini che in Niger vivono in accampamenti temporanei e a 1.200 minori in quattro villaggi vicino a Mosul in Iraq. COOPI allestirà in tendoni e container aule dotate di tutti gli arredi necessari, fornendo libri e materiale didattico e formando il personale scolastico; realizzerà inoltre latrine, cisterne, impianti di purificazione dell’acqua e dispositivi igienici per il lavaggio delle mani, riducendo così anche il rischio di malattie ed epidemie.

Siamo consapevoli che offrire l’educazione in contesti di emergenza equivale a salvare vite – afferma Ennio Miccoli, direttore di COOPI – Laddove la guerra annienta le comunità facendole vivere nella paura e nella minaccia della violenza, le scuole costruite da COOPI offrono uno spazio sicuro di apprendimento che protegge l’integrità fisica e psicologica di bambini e ragazzi.”

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