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L’idea centrale del messaggio di Don Giussani è che qualcuno, Cristo, si è interessato a noi, il destino ci prende per mano e non siamo mai soli, è un messaggio di grande speran-za al quale mi ispiro ogni volta che guardo ai piccoli e grandi problemi di questa nostra comunità”: svelando questo piccolo “segreto” S.E. Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto, ha concluso la presentazione a Taranto del libro “Vita di don Giussani”.

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In un Teatro Orfeo stracolmo con oltre 600 persone, l’evento di è tenuto ieri, martedì 15 aprile, nel capoluogo jonico organizzato dal Centro Culturale di Taranto; accolti da Monsi-gnor Gino Romanazzi, responsabile provinciale di Taranto del movimento Comunione e Liberazione, sono intervenute le principali autorità tarantine, in primis il Prefetto di Taranto Dottor Umberto Guidato.

Introdotti da Massimo Sabbatucci, segretario della Consulta diocesana per i Laici, sul palco hanno dialogato l’autore di “Vita di don Giussani”, Alberto Savorana, attuale portavoce di Comunione e Liberazione, e Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto.
Era stata annunciata la presenza di Luciano Violante, già Presidente della Camera dei De-putati, che, non potendo intervenire personalmente per un improvviso e improrogabile im-pegno, ha inviato un lungo intervento che è stato letto al pubblico.

Violante, riconoscendo alcuni punti di contatto della vita di Don Giussani con la sua espe-rienza politica, tra l’altro ha detto “Don Giussani insegna che bisogna essere presenti prima nel mondo e poi pensare alla sua trasformazione. Non si può correggere qualcosa che non si conosce; impegnarsi a conoscere viene prima di impegnarsi a trasformare. In questa filosofia ho trovato la responsabilità del vivere come nucleo di una comprensione del mondo e l’impegno per il cambiamento come frutto non di una astratta ideologia imposta sulle persone e sulle cose, per schiacciarle e modellarle secondo un ideale tipo astratto, ma come conseguenza della capacità di misurarsi con la vita. Il cristianesimo di Don Giussani non è una teoria, né una teca d’avorio, né il legame comune a una conventicola. E’ un fatto, un avvenimento, come lui dice, che impegna ad affrontare l’ambiente che ci sta attorno”.

In seguito Massimo Sabbatucci ha introdotto l’autore del libro, Alberto Savorana, uno di quei “ragazzi” che con “il Gius” hanno percorso un tratto importante della loro vita e conti-nuano a seguire ciò che egli stesso seguiva.
Dopo aver trascorso anni e anni con Don Giussani, per quattordici anni è stato direttore del mensile internazionale di Comunione e Liberazione “Tracce”, in questo libro Alberto Savorana prova a raccontare chi era e come ha vissuto don Giussani attraverso molti do-cumenti inediti; è nata così una biografia che, oltre a ricostruire per la prima volta la cro-naca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.

Tutto sta nell’origine” ha detto Alberto Savorana sul palco, e nel suo libro ha così spiegato la sua scelta di narrare nel suo libro anche le circostanze che ha attraversato e le persone incontrate che sono state decisive per il delinearsi della vocazione di don Luigi Giussani: i suoi genitori, i professori e i compagni del Seminario, le sue letture, il sacerdozio, i primi giovani conosciuti in confessionale o in treno, l’insegnamento, le incomprensioni e i ricono-scimenti, la malattia.

Così emerge da questo libro l’Uomo Don Giussani, perché, come ha detto Savorana, “per Don Gius la Persona era il vero valore della realtà, la cosa più grande in assoluto, ogni sin-gola persona dell’universo, e per questo la prima cosa che ha insegnato era che ognuno deve coltivare il proprio essere Uomo e Donna”.
La risposta ai mille problemi di ognuno di noi? Alberto Savorana ha spiegato che “Don Giussani diceva sempre che un “bel giorno”, così lo chiamava lui, ho fatto un incontro, quello con Cristo, e in quel giorno ho trovato la risposta”.

La risposta ai tanti problemi che vive la comunità jonica? “La prima cosa che fece Don Giussani negli anni Cinquanta – ha detto Alberto Savorana – fu mandare i suoi ragazzi nella “bassa milanese”, tra le famiglie più povere, non per capire, per comprendere, per pratica-re la carità cristiana che dà alla Persona, alla sua dignità, un valore infinito. Una frequentazione per condividere le esistenze, pronti a scorgere i segni che ci indicano un percorso per realizzare una esistenza più umana, più dignitosa, offrendo con la propria testimonianza la certezza che la fede cristiana è la prima e più grande risorsa”.

Biografia Alberto Savorana

Alberto Savorana. Nato a Forlì, è laureato in Storia e Filosofia all’Università di Bologna. Ha iniziato l’attività giornalistica con una collaborazione presso la Sala Stampa della Santa Se-de a Roma nel 1984. Giornalista professionista dal 1987, ha lavorato presso Rai-Usa a New York. È stato responsabile dell’ufficio stampa del Movimento Popolare. Dal 1994 a maggio 2008 è stato direttore del mensile internazionale di Comunione e Liberazione Tracce. At-tualmente è responsabile dell’ufficio stampa e pubbliche relazioni di Cl e delle attività edi-toriali del movimento. Da giugno 2009 è responsabile area editoriale e area dipartimenti scientifici della Fondazione per la Sussidiarietà.

(Si ringrazia Marco Amatimaggio per la cortese collaborazione)

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