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Dal timore all’accoglienza, dalla protesta alla solidarietà. Cos ha risposto la cittadinanza tarantina all’arrivo dei 380 migranti.

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L’accoglienza che le mamme di Taranto hanno offerto l’altro ieri nei confronti dei profughi siriani rappresenta una pagina bella e importante. E’ un fatto che ci rende orgogliosi e che racconta ancora una volta di una Puglia imperniata sui valori della solidarietà e della vicinanza verso chi soffre condizioni estreme di disagio e di difficoltà”.

Lo comunica l’assessore regionale con delega all’immigrazione. “I fatti di Taranto ci suggeriscono – continua l’assessore – un nuovo modello di accoglienza. È importante che anche a livello nazionale si rivedano le politiche in tal senso. Le quali, proprio come ci insegnano i fatti di Taranto, devono tener conto anche della capacità della società di mettere in campo azioni e valori che possono contribuire a produrre una diversa e più efficace politica dell’accoglienza.

Tutto questo è ancor più necessario adesso, alla luce anche di quanto è accaduto oggi a Lampedusa, con l’affondamento dell’ennesimo barcone e la nuova triste conta delle vittime e dei superstiti. Se le previsioni verranno confermata, con un’estate davvero impegnativa sul fronte degli sbarchi, non solo bisogna aumentare la qualità dei nostri soccorsi in mare, ma anche ripensare le politiche dell’accoglienza. Chiudere migliaia e migliaia di persone in un centro come se fossero delle persone arrestate non ha senso. Devono invece essere ascoltati, proprio come è avvenuto a Taranto. Ed essere messi nelle condizioni di poter riprendere il loro cammino, se è questo quello che vogliono e reputano giusto per loro”.

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