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L’Asl di Lecce ha emesso oggi una nota stampa su un nuovo decesso per Morbo di Creutzfeldt-Jacob (MCJ) avvenuto in provincia di Lecce. Ecco il comunicato integrale:

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“In data odierna è stata confermata da esame autoptico del tessuto cerebrale diagnosi di MCJ in un uomo di 67 deceduto presso il proprio domicilio. Il paziente, con diverse compromissioni di salute di tipo cronico, aveva manifestato circa un mese e mezzo fa comparsa di disturbi della memoria, del linguaggio e disorientamento spazio-temporale. Alla sintomatologia cognitiva si associava una deambulazione a base allargata con instabilità dell’equilibrio ed impaccio motorio, oltre ad altri disturbi visivi. È giunto a ricovero nel reparto di neurologia dell’ospedale di Casarano il 10 luglio scorso a seguito di un episodio di perdita di conoscenza. Durante la degenza il paziente ha iniziato a presentare gravi disturbi comportamentali quali irrequietezza e agitazione psico-motorie e aggressività fisica e verbale. L’orientamento diagnostico iniziale è stato mirato alla individuazione della causa tra eventuale encefalopatia di origine tossica o autoimmune o demenza a rapida progressione. Gli approfondimenti clinici e diagnostico-strumentali hanno tuttavia orientato per una diagnosi di Malattia di Creutzfeldt-Jakob. Dopo formulazione della diagnosi il paziente è stato dimesso al proprio domicilio con protocollo di dimissione ospedaliera protetta. L’esame autoptico con conferma istologica della MCJ è stato effettuato a Brindisi, da cui è il tessuto cerebrale è stato inviato a Bologna per l’individuazione entro alcune settimane della variante della malattia. Alla sindrome, divenuta nota negli anni 90 come “morbo della mucca pazza”, afferiscono infatti diverse forme: sporadica (forma più frequente e di origine sconosciuta), familiare (su base genetica), iatrogena (trapianti infetti) e alimentare (causata da consumo di carne infetta da prioni). “Fino ad oggi nessun caso della sindrome in questione verificatosi nel Salento è ascrivibile alla forma di origine alimentare – dice Giovanni Gorgoni, direttore generale della Asl Lecce – e i rigidi protocolli di tracciatura e controllo delle carni intervenuti dopo le epidemie in Gran Bretagna ci rassicurano per il futuro. L’aspetto che invece più ci preoccupa è l’incidenza elevata di casi rispetto alla media nazionale e regionale: quello di oggi è il quarto caso nell’anno, che si aggiunge ai sette registrati nel 2013 (nessun caso nel 2014)”. Da uno studio condotto dal servizio di igiene pubblica della Asl Lecce nel corso del 2014 il Salento registra una incidenza di 9,9 casi per milione di abitanti contro l’1,7 della media Puglia e il 7,6 della media Italia. “I dati fanno pensare  alla presenza di un cluster specifico del basso Salento, meritevole di approfondimento – continua Gorgoni – e la quota non trascurabile dei casi legati a cause genetiche o sporadiche e ignote rende necessaria una analisi mirata e urgente di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità”.

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