Pubblicità in concessione a Google

Le ultime vicissitudini legate alla composizione della lista a sostegno della mozione Martina per l’Assemblea nazionale e dei candidati al consiglio provinciale mi hanno portato ad una decisione difficile, ma inevitabile, quella di lasciare il Partito Democratico, un partito in cui a decidere sono in pochi e senza alcun coinvolgimento degli iscritti”. Così Annamaria D’Erchie, consigliere comunale di Montemesola, commenta la scelta di dimettersi dalla carica di segretario sezionale della cittadina e, nel contempo, di riconsegnare alla Federazione provinciale la propria tessera di iscrizione.

Pubblicità in concessione a Google

Mi rattrista sottolineare come la lista dei candidati all’Assemblea nazionale a sostegno della candidatura a segretario di Maurizio Martina sia stata composta senza alcun coinvolgimento dei sostenitori della mozione e mi sia stata presentata come un pacchetto già pronto. Non esprimo alcun giudizio politico sui nomi presenti in lista – prosegue la D’Erchie –, ma l’assenza di una discussione aperta e di un metodo di individuazione dei candidati sono mancanze gravi sulle quali non posso soprassedere. Ho sposato la candidatura di Martina perché avevo riscontrato nella sua mozione la volontà di costruire un partito più coinvolgente. Constato invece che non si sia affatto corretto il vizio di prendere decisioni nei soliti caminetti.

Questa vicenda, del resto, è solo la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. Già in occasione del rinnovo del Consiglio provinciale – spiega la consigliere comunale –, il metodo di costruzione della lista da parte della Federazione di Taranto è stato opaco, frutto solo di accordi fra le correnti presenti nel partito. Nessuno momento di confronto con la base degli iscritti. Nessun rispetto per quelle donne che ricoprono in tutta la Provincia il ruolo di consigliere comunali, candidate, come la sottoscritta, solo per spirito di servizio.
Non è questo il partito al quale ho contributo in tanti anni di militanza disinteressata. Non è in questo modo che il Partito Democratico potrà risollevarsi dalla sconfitta del 4 marzo, che non va imputata solo a Renzi, ma anche alla incapacità dei livelli locali di cambiare mentalità politica e uscire dal guscio chiuso degli accordi fra capibastone.

Senza fare polemiche, ma con la necessità di dover spiegare ai miei concittadini e sostenitori personali il motivo della mia scelta, lascio il Partito Democratico. Continuo, tuttavia, il mio impegno politico a servizio della comunità – conclude Annamaria D’Erchie –, libera finalmente da giochi di potere e umiliazioni”.

Pubblicità in concessione a Google