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È stato presentato davanti ad una platea gremita di studenti e docenti degli istituti Righi, Archita e Aristosseno, di una delegazione dei giovani dell’Università degli Studi di Bari , di padri e madri di famiglia disoccupati, di ex detenuti, di Taranto e anche di rappresentanti di Matera, anch’essi interessati.

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Tutti, un centinaio e più di persone, attente al progetto di Formazione e Lavoro, presentato dopo due anni di studio giuridico da Nicola Russo, avvocato è dir poco, coordinatore di Taranto Futura, invitato a presentarlo anche alla Camera dei Deputati.
Per l’occasione, la presentazione si è avvalsa anche degli interventi di don Luigi Larizza, parroco del Sacro Cuore, padrone di casa e responsabile della Comunità di recupero contro la droga “Il Risorto”, Adriana Chirico, docente impegnata nella Formazione, Nicola Fortunato docente dell’Università di Bari, sede di Taranto e Pasquale Stella Brienza rappresentante di Matera.

Il progetto sarà presentato anche in Basilicata, perché la disoccupazione lì è più alta che in Puglia, c’è per esempio il 49% di disoccupazione femminile.
Questo progetto, valido anche per i detenuti e che cercherà di evitare che si vada fuori alla ricerca di un lavoro creando servizi per il Comune, si basa sul principio di sussidiarietà, principio che è previsto oggi con la riforma del titolo quinto della costituzione.
L’art. 118, quarto comma dice: Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

Prima di presentare il progetto Nicola Russo si è messo in contatto con Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università di Bologna, che ha dato il suo placet rilevando che la sua realizzazione dipenderà sopratutto dalla volontà e dalla capacità politica di chi amministra la città di Taranto.
Il principio di sussidiarietà permetterà ai disoccupati, giovani e non, padri e madri di famiglia e detenuti ed ex, di poter prestare il loro servizio per gli enti territoriali, il Comune, la Regione, l’Asl e tutti gli enti pubblici in genere, anche in una situazione di dissesto e questo è molto importante perché il comune di Taranto si trova forse in questa situazione.
Il progetto si basa anche sull’avvallo della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato: si può fare purché per scopi economicamente vantaggiosi, dando la possibilità ai disoccupati di poter gestire i servizi del Comune.

Si tratta di Economia Civile, un principio nobile. Non sarà più il Comune a gestire questi servizi, ma i cittadini con le loro imprese sociali, purché vi sia una attività economicamente vantaggiosa per il Comune.
Facciamo un esempio, se andiamo a guardare nella Tasi del comune di Taranto, è presente il costo di 5.054.610 euro per la Pubblica Illuminazione. Le imprese sociali che si andrebbero a formare e che volessero svolgere questo servizio, parteciperebbero ad una gara pubblica con progetti che devono permettere un costo inferiore, solo così potranno giustificare la loro esistenza.
Sarà il Comune stesso che dovrà formare e poi controllare attraverso i suoi funzionari, i componenti di queste imprese sociali che potranno essere oltre ai soggetti menzionati, anche giovani che studiano ancora e anche ad esempio universitari economicamente in difficoltà, indebitati dal prestito d’onore che hanno ricevuto per poter studiare.

È prevista la costituzione di una fondazione che potrebbe essere chiamata Fondazione Taras. In Italia ce ne sono altre per questi scopi, già a Milano e Bologna dove si parla però solo di un rimborso dei costi, mentre nel progetto di Nicola Russo, di una indennità, calcolata attorno a circa 900/1000 euro.
Dove si trovano i soldi ? Nel risparmio e in una diversa ridistribuzione del sistema tributario dell’ente Comune, attraverso la cosiddetta imposta di scopo, per le opere pubbliche.
Quindi il progetto è fattibile, c’è la copertura finanziaria e si basa su tre fasi essenziali.

Nella prima fase il Comune si preoccuperebbe della formazione servendosi della fondazione, di cui farebbe parte. A tal proposito vi sarà anche un incontro con Michele Emiliano, per far sì che nella fondazione vi sia anche la Regione Puglia. In questa prima fase si tratta di volontariato remunerato con indennità e di imprese sociali senza fini di lucro.
Nella seconda fase verrebbero create imprese sociali a fine di lucro, società benefit, creando quindi una vera e propria imprenditoria per la tutela del bene comune e nell’interesse del Comune. Questa possibilità viene data anche dall’UE e la questione sarà regolamentata anche a livello mondiale, nel nuovo ordine mondiale, nei 40 punti che sono stati fissati prima dal G8 e poi dal G20.

La terza fase è quella della possibilità per queste società benefit, di creare sviluppo all’estero nei paesi sottosviluppati. E ci sono numerosi finanziamenti dal ministero degli esteri per svolgere queste attività. Ricordiamo che il comune di Torino agisce in questo senso esportando i suoi beni, pensate quello che si potrebbe realizzare esportando per esempio il tessile di Martina Franca o i prodotti agroalimentari in Albania o in Africa.

Il progetto quindi è fattibile ma è preliminare ma Nicola Russo sta già lavorando su quello operativo. Infine da tener presente anche che il Comune può dare in comodato d’uso a queste imprese sociali, immobili di sua proprietà, come per esempio gli Ex Baraccamenti Cattolica.

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