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Qualcuno ha definito il 1900 come “il secolo dell’autovettura” ed in effetti – nonostante l’affermazione di tante altre scoperte scientifiche e tecnologiche – certamente l’autovettura è stata una delle più incisive e coinvolgenti rivoluzioni che hanno cambiato, nel bene e nel male, le nostra società.

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Una mobilità individuale sempre diffusa e più veloci ed efficaci trasporti di merci e persone sono tra gli innegabili vantaggi che abbiamo ottenuto grazie ad autovetture, camion e autobus, di contro, sono cresciuti esponenzialmente anche i costi, diretti ed indiretti, da pagare. E’ cronaca di ogni giorno l’escalation del prezzo dei carburanti che si riverbera anche sui costi di trasporti di merci e persone, così come – specie in inverno – torna puntuale il problema dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico automobilistico, specie nelle grandi metropoli, meno noto, ma non per questo meno dannoso, è invece l’impatto che le nostre auto – o meglio i loro componenti – possono avere sull’ambiente naturale.

Tra i più insidiosi “nemici” del territorio possiamo certamente annoverare l’olio motore, le batterie ed i pneumatici. Sebbene già da diversi anni siano stati costituiti consorzi e strutture per la raccolta e lo smaltimento di questi ed altri componenti, un sempre troppo elevato numero di incivili li getta dove capita, procurando danni spesso irreparabili all’ambiente. Bastano infatti pochi litri di olio motore per inquinare una falda acquifera sotterranea o per “soffocare” con una cappa mortale il terreno e la vegetazione su cui viene criminalmente sversato, così come è letale lo smaltimento indiscriminato delle batterie, per il contenuto velenoso e corrosivo dei componenti, specie dei modelli più anziani.

Ancora, gettare dove capita i vecchi pneumatici oramai consumati non sono costituisce un ingombro abusivo di terreni o zone agricole che da vita a vere e proprie discariche e mucchi di materiale che si trasformano in ricettacolo di acque stagnanti, rifiuti ed animali (pare che le zanzare tigre siano arrivate in Europa dall’Asia proprio tramite l’acqua stagnante raccolta in un carico di pneumatici usati trasportati via mare). In più, non di rado si adottano rimedi che sono peggiori dei mali, dando fuoco ai mucchi di pneumatici abbandonati credendo così di liberarsene, ma in realtà peggiorando la situazione con la diffusione in aria di fumi e ceneri altamente inquinanti.

Per uno smaltimento rispettoso delle leggi e dell’ambiente bastano poche e semplici attenzioni, e quasi sempre sono proprio i rivenditori di autoricambi che hanno – in alcuni casi come obbligo di legge – il compito di raccogliere e smaltire i vecchi materiali consegnati dagli utilizzatori. Uno smaltimento adeguato consente non solo di tutelare l’ambiente naturale e la nostra salute, ma anche di recuperare preziosi materiali che da rifiuto si trasformano in materie prime da destinare ad una nuova vita.

Come nella maggior parte dei casi quindi, un semplice gesto di ciascuno di noi, un pizzico di attenzione ed un po’ di cura, possono consentire di ottenere preziosi risultati e di tutelare il nostro patrimonio ambientale.

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