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Si sta tenendo in queste ore l’audizione della Terza Commissione Regionale in materia di riordino della rete ospedaliera. Alla riunione odierna è stato convocato il Sindaco di Grottaglie. In questo momento Ciro Alabrese sta rappresentando le necessità del San Marco, oggetto di tagli e riconversioni. Ha prodotto una serie di documentazioni che saranno poste al vaglio.

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Insieme al primo cittadino presente anche una rappresentanza del Consiglio Comunale: Michele Santoro, Ciro Gianfreda, Davide Chiovara, Ciro D’Alò. Oltre al presidente del Consiglio Alfonso Manigrasso e all’ex assessore provinciale Giampiero Mancarelli. Presente anche una delegazione del comitato.

Il presidente Pino Romano ha ribadito che il “tavolo è aperto a tutti”, così come a tutti viene richiesta una memoria scritta “che deve essere patrimonio di tutti i commissari per metterli nelle condizioni di fare le valutazioni quanto più aderenti possibile alla realtà sanitaria pugliese”.

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Sono 40.000 i cittadini della provincia di Taranto che annualmente vanno fuori regione per curarsi. Il dato è stato reso noto dal presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASL TA, Ippazio Stefano, secondo cui le risorse in questione (che vanno ad alimentare le Regioni del Nord),  potrebbero essere utilizzate in loco per potenziare i servizi. Stefano ha lamentato il mancato coinvolgimento preventivo nella elaborazione del Piano di riordino.
Giudizio positivo sul provvedimento da parte di Confindustria che ha auspicato una maggiore collaborazione pubblico-privato finalizzata anche ad attrarre in Puglia flussi provenienti da altre regioni e  dall’estero. Ad esempio si potrebbero mettere in rete (come si verifica già in Lombardia)  i presidi ospedalieri con le strutture territoriali, i medici di Medicina generale e i centri di eccellenza per seguire pazienti cronici a livello domiciliare,  con notevole risparmio di spesa. Quindi nuovi sistemi di concertazione pubblico – privato rispetto a cui Confindustria si pone come filiera ideale per l’interlocuzione istituzionale.
Sulle stesse posizioni sostanzialmente anche Confcooperative e Legacooperative: apprezzamento per il riordino dopo gli sprechi degli anni scorsi e  disponibilità delle cooperative per progetti pilota che puntino a decongestionare, ad esempio, i Pronto soccorsi in cui la percentuale di inappropriatezza è ancora troppo alta. Le cooperative potrebbero gestire – come si verifica in altre regioni – servizi in cui controllare l’assunzione della terapia prescritta ai cittadini già ricoverati, evitando accessi al PS inutili.

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