piccoli samurai
Pubblicità in concessione a Google

Sulle Arti marziali circolano molte inesattezze, che spesso preoccupano i genitori che vedono in questa pratica sportiva un potenziale pericolo per i loro bambini piccoli samurai.

Pubblicità in concessione a Google

Gran parte della responsabilità è certamente di alcune pellicole cinematografiche che – puntando sulla spettacolarità delle azioni e sul forte impatto emotivo di alcune situazioni – propongono trame violente e sanguinarie, proseguendo in un filone cominciato con l’arrivo in Italia, nei primi anni ’70, dei film con protagonista Bruce Lee ed i suoi emuli, caratterizzati da titoli che lasciavano ben poco spazio alla immaginazione.

In realtà, se correttamente intesa e guidata, la pratica delle Arti marziali può essere per bambini e adolescenti una attività ricca di soddisfazioni e molto utile per garantire loro un corretto sviluppo psicofisico, in un momento della loro vita in cui gli attuali stili di vita rendono l’esercizio fisico e la socializzazione tra coetanei merce sempre più rara e preziosa.

Piccoli Samurai, crescere in armonia

La prima cosa che occorre ribadire chiaramente è che la pratica delle discipline marziali da parte di bambini e adolescenti non ha lo scopo di farne dei guerrieri in miniatura ma piuttosto l’obbiettivo di favorire il loro sviluppo psicofisico.

Dimentichiamo quindi le truculente scene del Dojo “Kobra Kai” rese famose nella immortale pellicola di “Karate Kid”, e mettiamo anche da parte quelle altrettanto fuorvianti della quinta puntata della saga, in cui un giovanissimo Jaden Smith viene allenato con metodi poco ortodossi dal personaggio interpretato da Jackie Chan.

Nella realtà, guidare nella pratica bambini ed adolescenti richiede presenza costante e la applicazione di un metodo didattico che li guidi dosando attentamente gioco e disciplina, divertimento e competizione.

Agilità, coordinazione, autocontrollo, concentrazione, disciplina, rispetto delle regole, socializzazione sono solo alcune delle qualità che registrano un notevole miglioramento dalla pratica marziale, con evidenti vantaggi anche in altri ambiti, da quello scolastico a quello familiare e amicale.

Questi obbiettivi possono essere ottenuti solamente in un ambiente curato, dove grazie ad una didattica attenta alle peculiarità tipiche della loro età così particolare, attraverso il gioco ed il movimento fisico ogni bambino ha modo di conoscere meglio sé stesso e di rapportarsi con gli altri grazie ad un allenamento che mira ad educare tanto il corpo quanto l’aspetto psicoemotivo.

Corpo e mente

Ogni bambino è un universo a cui bisogna approcciarsi con attenzione e cautela, e ogni istruttore deve avere una costante formazione specifica che lo aiuti a farlo al meglio, perché chi si assume l’onere di educare i bambini sia consapevole del ruolo fondamentale che avrà nell’orientare – a volte in maniera drastica – il loro futuro e provveda quindi a formarsi in maniera specifica per poter svolgere nel migliore dei modi questo compito, che non consiste solo nell’insegnare qualche tecnica fisica più o meno efficace, ma richiede competenze nel campo della pedagogia, psicologia infantile e gestione dei gruppi, mantenendo la giusta distanza senza però essere troppo “invadente” e neppure troppo assente.

Numerose ricerche sugli effetti socio-psicologici sui bambini, derivanti della pratica delle Arti marziali, hanno confermato i benefici nella gestione delle emozioni, grazie alla possibilità di esprimerle e controllarle attraverso il movimento. La pratica marziale infatti, lascia esprimere e canalizza la loro naturale energia, aiutandoli a migliorare l’equilibrio psicofisico.

Un percorso ricco di scoperte

L’allenamento diventa quindi anche un modo per confrontarsi e conoscere meglio sé stesso ed il proprio corpo, imparando al tempo stesso ad imparare ad esprimere le proprie emozioni in modo funzionale all’ambiente e rispettoso dei compagni. Il confronto tra bambini, oltre a stimolare un sano agonismo, diventa un modo per sperimentare la collaborazione ed il confronto, in un ambiente ludico adattato all’età.

Le sessioni di allenamento è bene siano divise in fasce d’età, in maniera da consentire a ciascun partecipante di giocare “ad armi pari” con gli altri, concentrandosi sui diversi aspetti della pratica: coordinazione motoria, apprendimento di tecniche di base e successiva ripetizione in sequenza, sperimentazione delle varie modalità di esecuzione di movimenti naturali come il salto o la corsa, autocontrollo, coordinazione, concentrazione. Si impara il rapporto tra pensiero e azione, si apprende a dare valore ai propri gesti ed a prevedere le conseguenze, ci si abitua a seguire delle regole a vantaggio di tutti.

Le qualità apprese durante la pratica non rimangono quindi abilità fini a sé stesse, ma diventano degli strumenti utilissimi da impiegare nella vita sociale, a scuola come in famiglia, con i coetanei e con gli adulti, per apprendere valori e comportamenti positivi, il rispetto degli altri e di sé stessi e la prevenzione dei conflitti.

Tranquillità e sicurezza

I traguardi da raggiungere e la delicatezza dei soggetti a cui questa pratica si rivolge richiedono la massima attenzione nella ricerca e nella scelta del luogo in cui i nostri bambini intraprenderanno questo percorso così importante per il loro presente ed il loro futuro.

A Grottaglie, in provincia di Taranto, la Associazione Sportiva Dilettantistica Fenice Rossa organizza dei corsi dedicati ai “Piccoli Samurai”, con insegnanti adeguatamente formati e in un ambiente sicuro e confortevole, con attrezzature e metodi didattici ampiamente sperimentati.

Le classi sono divise per fasce d’età e prevedono un numero massimo di partecipanti, in maniera da assicurare a ciascuno di loro la necessaria attenzione da parte dell’insegnante e consentire il crearsi di un gruppo in cui stimolare e far crescere valori come amicizia, collaborazione, rispetto delle regole e – soprattutto – tanto divertimento!

Pubblicità in concessione a Google