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Nato il 2 gennaio 1991, centrocampista dinamico e di buona tecnica, Piero D’Urso è cresciuto nel Settore giovanile del Taranto per poi dividersi tra Eccellenza e Serie D con le maglie di Tricase, Maruggio, Grottaglie e Gallipoli prima di trasferirsi quest’anno a Parma per motivi di studio: qui le due positive esperienze con le casacche del Fidenza e Pallavicino (12 presenze e 3 reti a partire da gennaio). Attualmente svincolato, Piero D’Urso è alla ricerca di una nuova avventura calcistica ed ha incontrato Marco Strusi, autore della intervista che segue (NdR).
D: Piero, facci un resoconto della tua ultima stagione calcistica e su come procede la tua esperienza al di fuori della Puglia, svelandoci le tue intenzioni per l’anno prossimo.
R: Sono partito al Nord con l’intenzione di provare un’ esperienza diversa, e posso affermare che anche i campionati settentrionali sono belli, duri e avvincenti. Personalmente reputo di aver fatto un buon campionato, ma per come la penso io si può fare sempre di più cercando di migliorarsi. Ho avuto contatti con qualche squadra di D ed Eccellenza, tra cui anche la riconferma col Pallavicino, vedremo cosa succederà.

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D: Quì in Puglia, gli addetti del settore ti ricordano soprattutto per la tua esperienza in Serie D con la casacca grottagliese. In che rapporti ti sei lasciato col Grottaglie e qual è la tua opinione in merito alla situazione attuale della compagine di casa D’Amuri?
R: A Grottaglie ho vissuto il mio miglior anno calcistico, soprattutto per come finì il campionato, con una salvezza conquistata negli ultimi minuti dei play out e tra tante difficoltà. Dispiace vedere il Grottaglie relegato in queste situazioni, poichè secondo me può ambire a palcoscenici molto più importanti: il mio augurio è che questa situazione attuale si possa risolvere. Con l’occasione mando un abbraccio alla famiglia Ciracì per la scomparsa del caro presidente, un uomo di grande valore.

D: Qual è stata secondo te la tua migliore stagione e qual è, invece, il gol che ricordi con più piacere?
R: Ricordo con molto piacere quella di Maruggio e quella di Grottaglie, invece il gol più bello penso che sia quello dell’anno scorso all’esordio col Pallavicino da 30 metri.

D: Il calcio è un mondo a parte che unisce tante persone con la stessa passione ed aiuta a realizzare i propri sogni. Da qui la mia domanda: qual è il tuo migliore amico nel mondo del pallone? E quale, invece, è stato l’allenatore che più ti ha lasciato il segno nella tua carriera?
R: Sicuramente in questi anni ho conosciuto molti compagni con cui ho condiviso gioie e dolori, ma se devo fare dei nomi dico Mitrotti, D’Angelo, Tucci e Strusi, con questi ultimi due tra l’altro ho giocato insieme anche nel settore giovanile del Taranto, per poi ritrovarmi nell’indimenticabile stagione di Grottaglie. Penso che ogni allenatore mi abbia insegnato qualcosa di diverso, a livello tattico tecnico e soprattutto umano e caratteriale, quindi reputo tutti gli allenatori che ho avuto finora decisivi per la mia crescita.

 

(Intervista a cura di Marco Strusi)

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