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Confartigianato non ci sta. “Va bene la trasparenza nei pagamenti ma tutto questo non si traduca in ulteriori costi per le aziende già debilitate da un crisi paurosa” afferma Fabio Paolillo Segretario provinciale della Confartigianato di Taranto.

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Il Centro studi nazionale  – prosegue Paolillo – ha calcolato che, grazie a questo nuovo sistema di pagamenti, il costo medio per impresa o professionisti si aggirerà intorno ai 1.200 euro l’anno.
Le difficoltà maggiori saranno per gli artigiani che lavorano fuori sede e presso i diversi committenti; ma la cosa che lascia perplessi e che ciascun dipendente dell’azienda dovrà essere munito di terminale POS per i pagamenti in tempo reale. E con quali costi?

Attualmente – evidenzia Paolillo –  non è facile sapere quanti piccoli imprenditori abbiano installato il POS ma riteniamo siano ben pochi. Secondo una stima fatta da Confartigianato Nazionale le imprese artigiane che non si sono adeguate sono due milioni e mezzo, forse tre.

Esistono difficoltà operative perché non tutte le banche offrono questi strumenti; inoltre la presenza del costo a forfait rende questo mezzo di pagamento antieconomico quanto si tratta di piccoli importi , rilancia Paolillo.

E’ evidente l’importanza della tracciabilità ma non si può ignorare l’impatto in termini di costi su attività che hanno prodotti di basso valore.
Oggi il legislatore non può considerare solo la questione dei circuiti finanziari – dato per scontato l’obiettivo della trasparenza dei pagamenti – ma dovrà tener conto dell’impatto, in termini di costi, che tale nuovo sistema avrà sulle imprese di minori dimensioni – conclude Paolillo.

Si evidenzia che tale obbligo non impone il pagamento mediante carte di debito, ma vincola chi vende beni o presta servizi ad accettare la richiesta del cliente di pagare mediante bancomat, carte prepagate ecc.
Confartigianato ricorda che ad oggi all’obbligo non corrisponde alcuna sanzione“.

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