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In occasione del III Centenario della morte di S. Francesco De Geronimo è stata pubblicata, a cura di Rosario Quaranta, la prima edizione italiana del romanzo “Alvira. The Heroine of Vesuvius” (“Alvira. L’Eroina del Vesuvio”) scritto nella seconda metà dell’Ottocento dal missionario irlandese Augustine J. O’Reilly e incentrato su un celebre episodio della vita del grande Santo Gesuita.

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Alvira racconta la storia avventurosa di una giovane fanciulla francese, Maria Alvira Cassier che, con la sorella Luisa, uccide il padre, passa in Svizzera e poi a Milano dove si arruola nell’esercito spagnolo sotto il mentito nome di Carlo Pimentel; giunge a Napoli, combatte a Messina e poi in Abruzzo contro i briganti, conosce infine P. Francesco de Geronimo che in maniera miracolosa opera la sua redenzione umana e spirituale.
L’opera si propone dichiaratamente un fine pedagogico e morale per contrastare una letteratura che l’Autore riteneva “falsa”, fuorviante e diseducativa per le giovani generazioni, in quanto dipingeva “con colori affascinanti le varie fasi del vizio e del crimine”.
Alvira è una piccola, ma significativa parte della discreta produzione romanzesca e drammaturgica di O’Reilly. Il riferimento va in particolare a The martyrs of the Coliseum del 1871 che conobbe varie edizioni e traduzioni in francese, olandese, tedesco e italiano (quest’ultima stampata a Firenze nel 1872); ma anche a: The victims of the Mamertine, del 1875 che ebbe varie edizioni e fu tradotta in francese. In “Alvira”, con le licenze e le variazioni consentite al genere letterario di un romanzo storico, si rispetta il criterio di basarsi su fonti storiografiche inoppugnabili come i Processi Canonici per la beatificazione e la canonizzazione del Santo gesuita grottagliese.

Il caso di Maria Alvira Cassier non è sconosciuto alla storiografia: è stato riportato costantemente in tutte le biografie del De Geronimo e negli atti del Processo stampato a Napoli nel 1729, dove possiamo leggere: “Giova riportare qui come caso esemplare la celebre conversione di Maria Alvira Cassier, sicuramente prodigiosa e ancor più ammirevole; infatti, dopo aver ella ucciso il proprio genitore ed essersi rivestita di abiti maschili; dopo essersi arruolata tra i soldati e aver vissuto nella vita militare, l’Uomo di Dio riconobbe in maniera divina il suo misero stato di vita e, scoperto pure in maniera soprannaturale lo stato del suo sesso, in modo scrupolosissimo fece sì che ella si riportasse sulla buona strada, come in effetti si riportò, grazie ai suoi moniti e ai suoi consigli”.
Alvira condusse infatti una vita ritirata e devota sotto la direzione del Santo De Geronimo finché egli visse (1716) e infine concluse santamente la sua incredibile vicenda umana e spirituale nel 1727.

È facile immaginare che nella libera rielaborazione di O’Reilly, i protagonisti in realtà siano due: Alvira (ossia l’Eroina del Vesuvio), e padre Francesco De Geronimo, quel gesuita austero e infaticabile i cui occhi “durante la predicazione risplendevano e si ravvivavano con le lacrime che li bagnavano; le cui lunghe dita filiformi erano intrecciate e alzate verso il petto in atteggiamento di profonda contemplazione…”.
Poiché l’Autore indulge a variazioni e si discosta talvolta dalla realtà storica, il Curatore ha ritenuto opportuno riportare in Appendice le fonti più importanti relative alle vicende rielaborate nel romanzo, e cioè la relazione fatta dallo stesso De Geronimo ai suoi superiori (1693) e la lunga deposizione resa dalla protagonista nel ricordato Processo canonico.
Il volume esce per le Edizioni Grifo di Lecce sotto il titolo: L’Eroina del Vesuvio. Una vicenda straordinaria del secolo XVII. Romanzo storico basato su fatti riportati negli Atti della Canonizzazione di San Francesco De Geronimo (184 pagine; traduzione dall’inglese di Annamaria Quaranta, con un bozzetto di A. P. De Siati in quarta di copertina).

Si deve riconoscere che la narrazione scorre in una prosa piacevole e istruttiva, intercalata con brani di poeti e di scrittori irlandesi, inglesi e americani (Coulton, Tennyson, Erin, Moore, Shakespeare, Burns, Richardson, Byron, Strickland) non soltanto per narrare le vicende incredibili e affascinanti di Alvira, ma anche per esaltare l’azione straordinaria e benefica del De Geronimo.
Pur caratterizzata da una venatura popolare, l’opera di O’Reilly rimane una significativa attestazione, oltre i confini nazionali, della figura e dell’opera del santo Gesuita grottagliese.

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