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Meteo e mercato sono da sempre gli spauracchi contro cui devono lottare gli agricoltori.

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E se contro grandine, bufere e gelate c’è poco da fare, certamente qualche azione di prevenzione e contrasto può essere attuata per proteggere imprese e lavoratori del comparto agricolo contro manovre al limite della speculazione e lo strozzinaggio.

Puglia e Sicilia alleate

In questi casi, l’unione fa la forza. Sembra banale affermarlo, eppure tanti problemi nascono proprio dalla incapacità di molti operatori nel voler condurre una battaglia unitaria a tutela dei diritti di tutti. A testimoniare invece una scelta che si spera essere vincente sono gli operatori agricoli di Puglia e Sicilia, alleati per affrontare un problema comune: i prezzi scandalosamente al ribasso dei prodotti ortofrutticoli, in particolare quelli dell’uva da tavola.

Puglia e Sicilia, insieme, rappresentano il 95% della produzione nazionale di uva da tavola, ed è quindi evidente come una azione sinergica delle realtà economiche e produttive delle due regioni meridionali possa influire in maniera sensibile sull’andamento del mercato.

Un appello urgente al ministro Bellanova

E’ in corso da stamattina, nella sede del Ministero delle Politiche Agricole, l’incontro tra il ministro Teresa Bellanova e le declinazioni regionali pugliese e siciliana di CIA Agricoltori Italiani. “CIA Puglia e CIA Sicilia, insieme, stanno affrontando col ministero un problema che affossa le aziende del settore ortofrutta”, hanno dichiarato i responsabili regionali. Sul tavolo del Ministero, CIA Puglia e CIA Sicilia hanno portato anche altre questioni di vitale importanza per il settore ortofrutticolo: dalla necessità di una moratoria per le cambiali agrarie e i debiti degli agricoltori in scadenza il 30 novembre, all’importanza del Catasto Ortofrutticolo.

Il ministro Teresa Bellanova ci ha assicurato che il suo impegno è teso alla ricerca di soluzioni condivise e che si sta già muovendo nella direzione che abbiamo auspicato”, hanno fatto sapere i dirigenti di CIA Puglia e CIA Sicilia.

Incrementare i consumi del cliente finale, agire contro lo strapotere della grande distribuzione organizzata

Tra i tanti paradossi del mercato agricolo c’è senz’altro la disparità di prezzo del prodotto pagato dal consumatore finale rispetto all’importo corrisposto al produttore. Si parla non di rado di prezzi aumentati cinque o dieci volte, a tutto vantaggio degli intermediari della catena commerciale, che spesso impongono ai produttori cifre “prendere o lasciare” che non coprono neppure le spese vive sopportate dalle aziende.

Alla pianta, mediamente il prezzo corrisposto ai produttori per un chilo di uva da tavola oscilla fra i 30 e i 60 centesimi; lo stesso prodotto, viene rivenduto dai supermercati a un prezzo che arriva fino a quasi 10 volte tanto, vale a dire dai 2 ai 5 euro per chilogrammo.

Serve un piano preciso e strutturale di azioni per incrementare i consumi del prodotto italiano – afferma con forza CIA Agricoltori Italiani. Occorre un’iniziativa forte presso la GDO che opera in Italia per collocare i nostri prodotti negli scaffali dei supermercati. Abbiamo chiesto la sospensione di tutti gli oneri sociali gravanti sulle imprese ortofrutticole, e questo alla luce da una parte di quanto provocato dalle calamità naturali, dall’altra dalla crisi dei prezzi e della redditività. E’ necessario che al prodotto conferito alle cantine sia riconosciuto un prezzo equo e adeguato ai costi di produzione. Abbiamo chiesto al ministro Teresa Bellanova azioni che incentivino l’export, l’internazionalizzazione delle nostre imprese, la conquista di mercati esteri remunerativi interessati alla qualità che siamo capaci di produrre”.

CIA Agricoltori Italiani, anche e soprattutto attraverso l’assidua e costante presenza della Giunta Nazionale sui temi cari allo sviluppo dell’agricoltura nel Sud, sta puntando fortemente al rilancio del comparto primario nelle regioni più importanti del Mezzogiorno. Puglia e Sicilia, in questo senso, rappresentano i pilastri dell’impresa agricola meridionale, poiché è in queste due regioni che si concentra il maggior numero di aziende agricole e il maggior numero di lavoratori del comparto primario.

Agricoltori e multinazionali, sotto accusa il sistema delle royaltyes

Il settore ortofrutticolo si trova sotto attacco – denuncia la nota di CIA Agricoltori Italiani – e subisce anche la piaga del sistema delle royalties, con le multinazionali che impongono al mercato le varietà ‘costruite’ in laboratorio e si fanno pagare a peso d’oro i loro brevetti. Siamo in presenza di dinamiche che strozzano i produttori, li mettono spalle al muro, pregiudicano perfino la loro libertà di coltivare ciò che vogliono e che ritengono più adatto. In questo modo, in pochi anni potremmo assistere a un vero e proprio tracollo del settore nel Mezzogiorno d’Italia, con conseguenze molto pesanti in termini di posti di lavoro e di tenuta delle imprese agricole.

Servono interventi celeri, di lunga visione, capaci di incidere e di invertire la rotta. L’agricoltura è la prima industria del Sud, se va a rotoli con essa scompare anche il Meridione d’Italia”.

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