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“Un prezzo altissimo per i consumatori, uno sempre più al ribasso per i produttori: l’uva da tavola sui banchi della Grande Distribuzione Organizzata a volte costa un occhio della testa, ma agli agricoltori che producono quell’uva vengono riconosciuti prezzi da fame. La GDO fa sempre e comunque il bello e il cattivo tempo, anche quando decide di proporre il sottocosto: pure in questo caso, però, sono gli agricoltori a farne le spese, poiché la Grande Distribuzione Organizzata impone loro dei prezzi da fame.”

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E’ quanto scrive in una nota la CIA Puglia.

“Il problema , si legge nella nota, è drammaticamente evidente in tutta la Puglia, la regione che – insieme alla Sicilia – detiene la maggiore quota di produzione dell’uva da tavola di tutto il resto d’Italia. Uva da tavola che viene prodotta da nord a sud in tutte le province pugliesi. I vigneti, infatti, sono l’altro elemento che, insieme alle grandi distese di uliveti, caratterizza maggiormente i paesaggi della Puglia. Un paesaggio che è bellezza ma anche economia, storia, cultura e racchiude in sé il più grande potenziale di sviluppo sostenibile dei territori pugliesi.”

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