porcino malefico
Di photo taken by Archenzo in an Italian wood Piacenza's Appennino - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=332645
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Raccoglie Boletus Satanas, il cosiddetto “porcino malefico”. Ecco cosa è accaduto: “Una donna si è presentata ieri sera al Pronto Soccorso dell’ospedale di Ostuni con un’intossicazione da funghi. È stato subito contattato l’esperto reperibile del Centro di controllo micologico, attivo dal 1998 nel Dipartimento di Prevenzione della Asl di Brindisi.”

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E’ quanto comunica la stessa ASL. “Il micologo ha effettuato un’indagine epidemiologica volta a identificare la specie fungina responsabile dell’evento. Sono stati sottoposti alla visione del tecnico della prevenzione funghi simili a quelli che hanno causato l’intossicazione, riconosciuti come Boletus Satanas, il cosiddetto “porcino malefico”, Boletus Rhodoxantus e Leccinum. A quel punto, in collaborazione con il Centro Antiveleni, è stata disposta la terapia corretta. La donna, una 59enne di Ostuni, è fuori pericolo.”

Come riconoscere il porcino malefico

Il nome comune del Boletus Satanas è dovuto proprio al rischio di essere confuso con il porcino, fungo pregiato e – soprattutto – commestibile. La prima raccomandazione è ovviamente quella di ricorrere ad un esperto micologo nel caso di un dubbio anche minimo, ma vediamo ora quali solo le caratteristiche di questo fungo per poterlo evitare nelle nostre scampagnate.

Il “Porcino malefico” ha dei pori piccoli e rotondi, di colore rosso-sangue o rosso-arancione verso il margine, viranti nel verdastro. I tubuli sono giallognoli o giallo-verdastri, corti ed al tocco virano nel blu. Il gambo invece è ovale o globoso, tozzo, compatto, ingrossato alla base, color giallognolo o giallo-arancio e nella parte alta. Ovvero vicino all’attaccatura al cappello ricoperto da un fine reticolo a piccole maglie di colore rosso-vivo.

La polpa di questo fungo è soda, compatta, biancastra, ma assume rapidamente al taglio una tinta rossiccia che dapprima vira nel viola oppure nel blu tenue, e poi successivamente nel grigio.

Ma se questi particolari possono lasciare ancora nel dubbio, c’è ne è uno che è inconfondibile, ovvero l’odore! In questo fungo infatti l’odore è forte e sgradevole ricorda la muffa e la carme marcia. Se malauguratamente lo assaggiate, il primo sapore è dolciastro e ricorda la noce a diventa subito acre e fastidioso.

Questo fungo è molto velenoso e provoca vomiti persistenti, quindi al primo malessere, rivolgetevi subito ad un centro specializzato antiveleni.

Caratteristiche del porcino malefico

Ecco un video esplicativo per riconoscere le caratteristiche del porcino malefico

Un killer silenzioso e letale

Ogni anno si verificano diverse decine di intossicazioni dovute ai funghi velenosi ed alcune hanno avuto un esito fatale per la vittima.

Nel malaugurato caso d’intossicazione bisogna quindi immediatamente recarsi in ospedale portando eventualmente residui dei funghi cotti, scarti di pulizia o prodotto ancora integro, per permettere l’individuazione della specie.

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

Anche i più esperti possono sbagliare, ed in questo caso l’errore può costare davvero caro. Non improvvisarsi mai come “raccoglitori di funghi”. Se questa è una delle vostre passioni, il consiglio è di frequentare un corso per imparare a riconoscerli e ottenere il patentino, in molti comuni obbligatorio per poter raccogliere i funghi.

Sebbene acquistare funghi da cercatori più o meno improvvisati possa sembrarci una buona idea, perché garantisce la freschezza del prodotto, è bene non comprare o accettare funghi raccolti da persone sprovviste del patentino rilasciato dopo un corso.

Anche le persone autorizzate, in ogni caso, sono tenute a mostrare il raccolto agli specialisti della Asl, prima di commercializzarlo. Chi non si attiene a tali prescrizioni è passibile di sanzioni amministrative.

I Centri micologici, infatti, sono impegnato nel controllo delle partite di funghi spontanei immessi nel circuito commerciale, con il rilascio del certificato di commestibilità, nonché nell’attività di consulenza e certificazione micologica, gratuita, nei confronti dei raccoglitori occasionali.

Come cucinare i funghi

La maggior parte delle tossine sono sensibili al calore, e quindi possono essere neutralizzate in tutto o in larga parte con la cottura. E’ bene quindi evitare di consumare funghi crudi o conservati sotto olio.

Anche i funghi commestibili inoltre richiedono alcune accortezze e come regola precauzionale vanno cotti per almeno 25-30 minuti in umido, poiché si tratta di un alimento scarsamente digeribile.

I funghi vanno inoltre consumati soltanto in piccole quantità come condimento o contorno e non in pasti ripetuti e frequenti. Per questi motivi i funghi spontanei possono essere mangiati solo se si è in buona salute e non sono consigliati ad anziani, bambini e donne incinte.

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