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Come USB abbiamo denunciato più volte l’inadeguatezza del Piano ambientale presentato dall’acquirente del gruppo Ilva arcelormittal” Lo dichiara Sergio Bellavita, dell’USB nazionale.

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Occorre rivedere tempi e opere per l’ambientalizzazione dello stabilimento e la bonifica del territorio – aggiunge l’esponente sindacale. E dovrebbe essere arricchito della valutazione del piano sanitario obbligatorio o vincolante, oltre all’impegno dell’applicazione delle migliori tecnologie sul mercato non escludendo la possibilità di produrre acciaio con un’impiantistica diversa. Per queste ragioni consideriamo positivo il ricorso presentato dal Comune di Taranto e dalla regione Puglia contro il decreto che approva tale piano. Crediamo che prima di ogni interesse economico debba prevalere il diritto alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori e del territorio. Oggi più che mai è necessario, come peraltro chiediamo da tempo inascoltati, aprire il tavolo al comune di Taranto ed alla regione Puglia”.

“Quando si parla di Ilva si parla di Taranto, una città che da troppo tempo sta soffrendo – va avanti Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto. L’unica soluzione è quella di coinvolgere gli Enti locali sulle decisioni che ricadranno su tutti i cittadini. L’allarmismo ingiustificato creato dalle dichiarazioni del Governo creano ancora più tensione e ansia nella nostra città. Sia ben chiaro che non permetteremo a nessuno di scaricare le responsabilità sul primo cittadino o sul presidente della regione. Sappiamo bene di chi sono le colpe”. Intanto a partire dal 4 dicembre USB ha indetto una serie di assemblee all’interno dell’Ilva.

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