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A Grottaglie, è andata in scena “Son morto e non m’ero accorto” la nuova commedia scritta e diretta da Valerio Manisi. Dialoghi in vernacolo e italiano, personaggi curiosi che hanno scatenato le risate degli spettatori non solo per le numerose espressioni tipiche grottagliesi, ma anche per la loro mimica facciale e buffa gestualità, catturando per ben due ore l’attenzione della platea di grandi e piccini.

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La storia è stata ispirata da un episodio vero vissuto dello stesso autore che, tre giorni prima della messa in scena di “Ccè nì sé Tu?” (la vigilia di Natale del 2008), con un suo vecchio amico, furono sospettatati di rapina a mano armata, perché fisionomicamente uguali ai reali rapinatori. Un’immaginaria conseguenza d’arresto dei due, ha rappresentato gli spunti per la nascita della commedia, in cui si evince come la Legge, seppur in modo legittimo, non considera gli stati d’animo e i reali sentimenti che provoca in chi si senta accusato ingiustamente e la sua innocenza non viene riconosciuta se non dopo anni di carcere.

Molti sono i messaggi che questa commedia ha voluto proiettare sullo spettatore e dato spunti di riflessione per la vita reale: i valori della famiglia non intesi solo come genitori e figli ma anche tra fratelli e sorelle; la Chiesa, vista come luogo di preghiera e fedeltà ma da molti snobbata e degna di attenzione solo nel momento del bisogno morale; accenni al fallimento e alla sfiducia creata nel cittadino nei confronti della Legge e della politica; chiari riferimenti a problematiche sociali attuali e locali: la disabilità e le barriere architettoniche presenti anche nei pubblici uffici, che limita non solo la possibilità di libero accesso ma anche la privacy di chi non ha la possibilità di poter entrare liberamente nei locali, aumentando i disagi legati alla propria persona e la necessità di dipendere da qualcuno facendolo sentire un “diverso”.

Nulla è lasciato all’improvvisazione in questo nuovo spettacolo teatrale, con nuovi attori, anche dalla tenera età (la più piccola aveva poco più di 2 anni), battute e monologhi che si sono susseguite tra loro in tempi precisi e senza intoppi.

Singolare e degna di nota, la straordinaria capacità degli attori, che hanno memorizzato la loro parte in brevissimo tempo; “Tutti gli attori – tranne me,  naturalmente – spiega infatti Valerio Manisi – hanno imparato la commedia in 28 giorni! Dal 16 gennaio alla messa in scena si sono alternate solo 28 prove, tra esercitazioni di Laboratorio e prove! Per gli attori principali e non!“.

Tra le tante novità, da segnalare, la partecipazione degli allievi del Laboratorio Teatrale diretto da Valerio Manisi e fondato nel gennaio del 2014 dalla stessa Compagnia del Teatro Jonico Salentino e dall’Associazione di Promozione Sociale “Macchià”.

Per chi non ha avuto la possibilità di comprare il biglietto, vi anticipo che ci saranno le repliche a Dicembre, e mi permetto di consigliarvi di andarlo a vedere perché ne vale davvero la pena.

 

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