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L’arte di inventare. Primarie fissate ad un anno e mezzo d’anticipo rispetto alle elezioni regionali per “avere il tempo di costruire dal basso un programma condiviso e partecipato”. Lo scrive il senatore Dario Stefàno sulla sua pagina facebook in un post dal titolo “L’uomo solo al comando”, in riferimento alla decisione di fissare le primarie a febbraio 2019.

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E il programma attuale, invece? incalza il parlamentare salentino. È di sicuro una delle giustificazioni più creative mai sentite. Anche perché, in più di tre anni di governo regionale, chi si preoccupa oggi dell’“azione futura” non ha mai avvertito il bisogno di convocare uno straccio di riunione di coalizione in cui confrontarsi, discutere su vecchie e nuove criticità, condividere azioni e soluzioni ai problemi dei pugliesi. Fanno tutto da soli, anche quando cercano di vestire i panni democratici parlando di leggi sulla partecipazione. Queste non sono primarie del centrosinistra, sono le primarie ad uso e consumo di Michele Emiliano, il quale, nel tentativo di autoproclamarsi candidato a tutti i costi, ha scelto di produrre uno strappo. Ha cambiato consapevolmente fisionomia e contenuti della coalizione di centrosinistra che gli ha permesso di essere governatore e, finora, sostenuto con lealtà.

E consapevolmente – conclude Stefàno – sta facendo un’operazione di sostituzione netta di ceto politico con l’illusione di sostituire anche un elettorato che gli ha girato le spalle da tempo. Consapevolmente. Non è una prova di forza, come qualcuno prova a raccontare. Semmai è sintomo di grande debolezza. Ma è la logica dell’uomo solo al comando“.

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