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Scrivere un romanzo erotico è forse una delle prove più impegnative per un narratore, che si trova costretto a procedere su uno stretto e fragile ponte con il rischio di cadere o in una mera descrizione di incastri carnali modello “Tetris” condite di volgarità assortite oppure nella asettica catalogazione di copule illustrate con dovizia di termini ginecologici.

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Ad aggravare il tutto, negli ultimi anni, un evidente surplus di offerta propalata attraverso tutti i media possibili ed immaginabili, con in prima fila Internet nelle sue varie forme. Raccontare in maniera intrigante ed interessante un atto tutto sommato banale e conosciuto (se non esperito…) dalla stragrande maggioranza dei lettori è quindi opera non facile e neppure banale, opera che però Maddalena Costa porta a termine con successo nella sua ultima opera, Suite 203”, edita da Rizzoli, continuando un percorso artistico che da anni la vede protagonista in diversi modi, dalla scrittura alla fotografia, dalla Rete alla radio e non solo…

Alla mera sessualità fisica l’Autrice sostituisce una sensualità appassionata, con un racconto in cui ad essere protagoniste sono passioni ed emozioni, più che tratti più o meno ampi di epidermide variamente scoperti. Che a scrivere sia una donna appare subito chiaro, aldilà dei facili ed un po’ abusati stereotipi del genere, e che si tratti di una donna che scrive ben lungi da un desiderio di narcisistico autocompiacimento lo si apprezza scorrendo le pagine di “Suite 203”, dove il personaggio principale non è la maliarda mangiatrice di uomini e neppure l’ingenua fanciulla inconsapevole del suo fascino, quanto piuttosto una donna “umana, troppo umana”, con le sue gioie, i suoi dolori, le sue ferite del passato e le sue speranze per il futuro, vissute tra incomprensioni familiari, rapporti di coppia squilibrati e squilibranti, lavori precari e sogni di gloria.

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Le pagine scorrono veloci e facili, intrigando e coinvolgendo in una storia che potrebbe essere quella di tanti di noi, mai sopra le righe, semplice ma non banale, con un lieto fine non scontato a cui Maddalena Costa ci conduce con la giusta dose di suspance.

Ciliegina sulla torta per i lettori grottagliesi, l’ambientazione del romanzo nella Città delle Ceramiche: vi si ritroveranno citati luoghi conosciuti, ed è difficile non cedere alla tentazione di cercare nei protagonisti e nei comprimari qualche “punto di contatto” con persone realmente esistenti. Un gioco – diciamolo subito – neppure troppo intrigante, perché i personaggi sono costruiti intorno alla storia e se ispirazione c’è stata (e non abbiamo dubbi a crederlo) è stata funzionale al racconto e non pensata per alimentare gossip e “chi l’ha visto” in salsa paesana. Così, non è in fondo davvero importante sapere se Assuntina era davvero la ragazza più bella della Contrada San Barbato, se c’è un avvocato a Grottaglie che assomiglia almeno un po’ a Claudio Azzariti e se qualcuno ha mai organizzato una festa VIP in una villa come la sua.

Un romanzo, questo di Maddalena Costa, che coinvolge e non scandalizza (tranquillizziamo i benpensanti!) e che presenta l’unico rischio di farci comprendere che i sogni, le emozioni e le speranze sono gli ingredienti di una vita davvero vissuta.

Il pregiudizio è il peccato più grande
Assunta ama scrivere, ha una vita sentimentale complicata, una famiglia conservatrice che non approva le sue scelte e un lavoro precario. Alla soglia del trentesimo compleanno, sul suo cammino riappare una vecchia conoscenza: l’avvocato Claudio Azzariti, affascinante e strafottente quarantenne di ottima famiglia. Fra i due scoppia una passione travolgente, minata da segreti mai svelati, confidenze taciute e un equivoco colossale, che li allontana soffocando sul nascere un sentimento vibrante e autentico.
Suite n°203 è una storia di pregiudizi, di coraggio, di dolore, di gioia e d’amore. Un viaggio intenso, pregno di emozioni, nella vita di Assunta, giovane donna del sud.
Un romanzo in cui si alternano momenti esilaranti a pagine di struggente e cruda tensione erotica, fra colpi di scena che tengono il lettore col fiato sospeso, fino all’inaspettato, romantico epilogo.

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