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La consapevolezza che niente sarà come prima è nelle lacrime che si mescolano ai sorrisi. Perché scendono libere anche se oggi si torna a casa. Un paziente, guarito da coronavirus, si commuove quando, dopo quaranta giorni d’ospedale, saluta affettuosamente tutti e ringrazia medici e infermieri: “Sono stati come una famiglia”.

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E’ così che si conclude la lunga degenza di un cittadino di nazionalità francese che oggi ha lasciato l’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Taranto tra gli emozionanti sorrisi di tutto il personale medico e paramedico.

“Giunto in ospedale con il morale molto basso, in condizioni molto critiche e timoroso dell’evoluzione della malattia, il paziente ha affrontato la sua degenza con coraggio e con l’apporto costante del personale medico ed infermieristico del nosocomio. La lontananza dai familiari, e il senso di solitudine provato, è stato combattuto anche grazie al rapporto umano instauratosi con tutto il personale.”

E’ quanto ha comunicato l’ASL in una nota diffusa ai media.

Lo stesso paziente, accolto all’uscita da un suo collega, ha chiesto che i suoi ringraziamenti divenissero pubblici: “Ci tenevo a ringraziare tutto il servizio di Pneumologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati, sono delle persone molto professionali che mi hanno salvato la vita cosicché io possa ritrovare mia moglie, i miei figli e i miei nipoti. Sono uomini professionali e di gentilezza estrema, oltre che molto competenti. Ricorderò per tutta la vita questo personale qualificato in questo servizio. Io vi ringrazio dal profondo del mio cuore e potrò ritrovare grazie a voi tutta la mia famiglia. Vi ringrazio veramente dal profondo del mio cuore”.

L’Ospedale Moscati, diventato ormai da più di due mesi Hub Covid 19, vede diminuire giornalmente il numero dei ricoverati nei propri reparti, costantemente monitorati: dalla pneumologia alla terapia intensiva fino a passare a malattie infettive e medicina. Il lavoro degli operatori continua senza sosta dall’inizio dell’epidemia e, in attesa che la curva dei contagi si blocchi, il saluto commosso di questo paziente acquista oggi un sapore ancora più dolce.

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