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Dalla Corte di giustizia dell’Ue arriva un chiaro segnale alla Commissione e agli stati membri: le misure messe in atto contro la Xylella dovranno essere modificate se, ‘sulla scorta di nuovi dati scientifici pertinenti, l’eradicazione del batterio non richiedesse più di procedere alla rimozione di tutte le piante ospiti situate in prossimità delle piante infette’.” Lo dichiara l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, commentando la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue sul ricorso presentato da alcuni agricoltori contro il primo piano varato dalla Ue per contrastare la Xylella in Puglia, piano che prevedeva misure estreme come gli abbattimenti di massa e l’uso intensvo di pesticidi.

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Anche perché – ricorda l’europarlamentare ionica, come scrive sempre la Corte, ‘non esiste un sicuro nesso causale tra il batterio Xylella e il disseccamento rapido degli ulivi’. In sostanza, la Corte Ue apre la porta a quello per cui ci battiamo da mesi: allargare il campo della ricerca scientifica in modo da attuare pratiche più sostenibili per far fronte al disseccamento degli ulivi, in Puglia come in altre zone d’Europa. 

“Dopo la pubblicazione del parere dell’avvocato generale della Corte, sapevamo già che la sentenza avrebbe valutato come corrette le misure della Commissione – dice D’Amato – Del resto, la Corte è stata chiamata a esprimersi sulla correttezza procedurale, che non è al centro delle nostre contestazioni. Quello che abbiamo sempre contestato è che tali procedure si sono mosse sulla base di un singolo parere scientifico, quello del Cnr di Bari, e pertanto abbiamo chiesto con forza di allargare il campo di ricerca.

Lo abbiamo fatto coinvolgendo ricercatori internazionali e locali, associazioni di categoria italiane e organizzazioni europee. Oggi, la Corte ribadisce quello che abbiamo sempre detto: le misure possono essere modificate, se la scienza porta nuove evidenze che già ci sono.

Queste evidenze – conclude D’Amato – spingerebbero verso l’attuazione di misure efficaci a contrastare il disseccamento delle piante e al contempo più sostenibili per il territorio sia sotto il profilo ambientale che economico. D’altra parte, l’ultima decisione della Commissione europea ha di fatto ammorbidito le misure emergenziali varate in un primo momento.

La strada da fare è ancora tanta, a partire, per l’appunto, da un maggiore finanziamento alla ricerca. Il presidente Emiliano batta i pugni a Bruxelles e faccia sistema con altre regioni europee colpite dalla Xylella”.

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